giovedì 13 settembre 2018

Robert Moore Williams nel 1947 inventa artefatti BLACK BOX

Sul magazine di fantascienza Amazing Stories del luglio 1947 fu pubblicato il racconto di fantascienza "The Weapon" di Robert Moore Williams. Il racconto di fantascienza ambientato nel futuro del 2500 ha come elemento interessante, l'introduzione di termini TECNOLOGICO-IMMAGINIFICI che poggiano sul concetto fantascientifico di BLACK BOX tecnologica di cui niente si sa e niente si spiega. La sospensione d'incredulità del lettore è identica al Fantasy, le cose accadono nel racconto perchè "vuolsi così colà dove si puote e più non dimandare".
L'artefatto come ad esempio il Phobitron, è inventato di sana pianta dall'autore, che mescola elementi "fantasy" come i poteri psichici, dentro la Fantascienza classica e senza appellarsi a leggi naturali note od anche non note al lettore ma inventate ad hoc per spiegare il funzionamento dell'artefatto. 

S'entra con questo racconto del 1947 nella dimensione di Fantascienza di lungo periodo: dove poi Hollywood conierà i cristalli di dilitio, il cervello positronico in Star Trek, ed altre menate  BLACK BOX a Terapia Tapioca con Impulsi Mecojonici, che saranno elementi centrali per la SciFi di lungo periodo, ma privi di un concreto significato scientifico. Tuttavia nel racconto di Williams del 1947 gli artefatti immaginari, non sono un contesto neutro che non interagisce con i personaggi, ma al contrario sono elementi ben integrati nell'intreccio letterario, per cui non c'è traccia di anticipazioni NEW AGE.