martedì 9 aprile 2019

Starship III

Come tutti i “brand”, anche il blog "Mia Fantascienza" avrà testimonials: quale migliore testimonials di due alieni, per supportare un blog di Fantascienza?! ;-)

Ezezel e Tehia, sono due personaggi di “fantasia” che potete conoscere letterariamente, dentro vari ebook della collana JDAB.

Ho deciso, che quando sarò colto da una pulsione irresistibile a scrivere un racconto di SciFi, darò spazio con piccoli racconti ai due nuovi testimonials del blog :-)


Rah-Oro era tornato dallo spazio esterno con un incrociatore di classe Theosalis, aveva annientato l'astronave aliena in orbita x*x-y*y-2=0 dal sole. La nave scout, che era salpata da Marte per intercettare la sonda ostile, era così rientrata alla colonia di Gonor, senza svolgere la sua intercettazione.
Ezezel non c'era, perchè al momento stava studiando i rottami dell'astronave sconosciuta, per comprendere chi fossero gli esterni ostili, e perchè volessero raccogliere dati, sul poco evoluto e molto caotico pianeta Terra!.

Come m'aveva promesso, Tehia mi disse che gli alieni producevano potenza elettrica dal plasma e non usavano ne turbine ne acqua, ne scambiatori termici, perchè erano tecniche obsolete e poco efficienti, inoltre nello spazio senza la gravità,  tutti i liquidi avevano comportamenti e proprietà diverse. La materia prima per produrre potenza elettrica era il plasma, dei pannelli superconduttori attaccati a potenti elettromagneti, posti dentro al torodide di fusione/annichilazione, strappavano elettroni dal plasma, il flusso degli elettroni veniva poi modulato in potenza, per soddisfare tutte le necessità degli apparati dell'astronave.
Una parte del plasma, era sempre espulso nel vuoto esterno per la gestione delle difese attive dell'astronave.Poichè il plasma nello spazio vuoto e freddo aveva la naturale tendenza ad espandersi e disperdersi, sulle paratie esterne dell'astronave era indotto un forte campo magnetico per trattenere il plasma intorno all'astronave. Il plasma era come un'enorme coperta termica ad altissima temperatura che proteggeva tutta l'astronave. Era il campo di forza plasmatico che le errate fiabe di fantascienza terrestre, lo definivano come scudo magnetico.

La funzione, del campo di forza plasmatico era molteplice:
  • Poteva incenerire micro-meteoriti e piccoli bolidi, anche piccoli proiettili ad alta energia cinetica.
  • La funzione principale era però quella d'interdire i raggi cosmici ed il vento solare dal penetrare dentro l'astronave, perchè l'energia siderale veniva distribuita equamente intorno al campo di forza plasmatico, gradualmente poi questa era dissipata all'esterno, con un costante rateo di perdita di calore.
  • La protezione al plasma aveva anche scopi militari perchè commutava tutti gli attacchi nemici eseguiti con armi ad energia diretta, in calore facilmente dissipabile nello spazio. Il plasma permetteva d'assorbire tutti i colpi emessi con armi ad energia diretta, il fascio energetico nemico era assorbito dal plasma ed omogeneamente distribuito intorno all'astronave, il plasma s'eccitava salendo di temperatura, l'energia immessa dal nemico era però agevolmente dissipata nello spazio, come eccesso termico, nello stesso meccanismo per il vento cosmico/solare.
  • La protezione al plasma era anche un'ottimo scudo termico: solitamente le temperature per attrito causate da un rientro balistico in un pianeta dotato d'atmosfera densa, erano assai inferiori alla normale temperatura della protezione al plasma, per cui durante la fase d'entrata in atmosfera, era normale che lo scudo plasmatico tendesse a raffreddarsi, non a riscaldarsi!
Non c'era alcun contatto diretto tra lo strato protettivo di plasma ed i pannelli di policeramica supermassiva, che tappezzavano l'astronave esterna. La piccola Tehia fece una piccola pausa, mostrò il suo piccolo dito indice destro e ne indicò l'altezza con l'altro piccolo dito indice sinistro, poi Tehia disse che c'era una piccola distanza, proprio pari ad un dito, tra i pannelli di policeramica supermassiva ed il plasma. Nel cuscinetto vuoto, non c'era niente, solo un forte campo magnetico, questo rapido cambiamento di stato della materia e della sua temperatura, era definito lo strato limite di contenimento.
-Cosa è la policeramica supermassiva?- chiesi.

Tehia disse che la policeramica supermassiva era un multi-materiale artificiale sintetizzato nella forma di una molecola docecaedrica superscalare. Lo sviluppo di nuovi materiali sulla Terra sarebbe dovuto avvenire in modo autonomo, seguendo la fisiologica evoluzione tecno-scientifica, senza influenze esterne!. Il crescente "know how" fisiologicamente acquisito, avrebbe comportato anche la crescita del livello morale della razza umana: per questa ragione, Tehia disse che non poteva dire altro sulla composizione della policeramica supermassiva.

-Cosa vuol dire molecola dodecaedrica superscalare?!- chiesi

Tehia non disse niente, si guardò intorno, poi mi fece segno d'avvicinarmi con il dito, poi nell'orecchio mi sussurrò che la molecola del super-materiale aveva la forma di un dodecaedro. Il termine super-scalare significava che all'interno del dodecaedro molecolare erano incapsulate altre due molecole dodecaedriche più piccole. Una matriosca di molecole, con tutti vertici molecolari esterni collegati da forti legami, così che la molecola fosse super-densa, super-rigida, super-coerente, risultando in aggregato un materiale super-resistente, super-duro e super-conduttivo dato che nello spazio, le temperature erano molto basse.
Disse Tehia che gli alieni esploravano l'internet degli umani, avevano un ritardo di 7 giorni: avevano gradito l'idea d'essere partecipi al blog. Oggi era il 16 di marzo a calendario terrestre, era per gli alieni il giorno delle palme, ossia la festa dell'amicizia, per questo ero stato invitato alla nomina del Num Tiàtì dal Rah-Horo.

Eravamo sotto-terra, l'ambiente era in forte penombra, con sporadiche luci provenienti dal basso verso l'alto, il lungo corridoio era scavato nella roccia viva, appariva levigato e circolare. Anche il pavimento era composto di roccia viva, era levigata e piatta, ma con moltissime rigature in diagonale. Entrammo in un lungo e grande corridoio, composto da un numeroso colonnato di pietra, il Rah-Horo m'attendeva. Era poco più basso di me, era molto simile alle raffigurazioni egizie di Rah. L'alieno mi mostrò la parete in cui era intarsiata nella roccia, una sorta di stele, con numerosi caratteri alieni che io non avevo mai visto!.
Il Rah-Horo disse:"Na Ne Num Emunet, Khà Khe Khum, Ekaket, Rhà Horo, Enumet, Seyà Num, Khà Tiàtì!".

-Non ho capito niente!- esordii, sorridendo.

Tehia disse che i traduttori universali del Rah-Horo avevano un vocabolario non aggiornato alla Terra del XXI secolo, poi la piccola aliena porse un artefatto sconosciuto, simile ad una moneta.

Il Rah-Horo prese quello che a me parve una moneta, l'incapsulò nel collare che aveva al collo, poi rivolgendosi a me, il Rah-Horo mi disse:"Siamo amici, ti vogliamo bene come un fratello. Oggi, Rah-Orus sceglie il Num Tiàtì, poi tutto sarà com'era prima!".

L'entità salì le scale di pietra, ed andò a coricarsi in una catacomba di pietra, appoggiando la testa su un morbido cuscino, era misteriosamente seguito da una palla di luce che galleggiava nell'aria e che illuminava tutto l'ambiente!.

-Sarà il caso d'uscire?! Non vorrei rimanere rinchiuso in una tomba egizia!- poi aggiunsi preoccupato -Cosa è il Num Tiàtì?!- dissi, rivolgendomi a Tehia.

-La traduzione terrestre più simile e recente, equivale a Visir- disse Tehia.

Uscimmo e ci ritrovammo in un secondo corridoio, c'erano vari Anubis che imbracciavano aste metalliche al cui vertice c'era una misteriosa sfera di luce roteante, che illuminava l'ambiente con luce rossastra molto intensa!.
Qualche entità che a me parvero quasi umani, salvo essere completamente calvi, con occhi troppo grandi per degli esseri umani, avevano poi mani congiunte, ma con diti troppo ossuti e scarni e lunghi, per degli esseri umani. Queste entità, indossavano un lungo saio bianco, vistosamente decorato con i bordi dorati, mi chiesero gentilmente di ripetere esattamente la parole che m'erano state dette. In questo modo, io le avrei potute memorizzare e riferire, così chi avrebbe dovuto capire, avrebbe capito!.

"Na Ne Num, Emunet,
Kha Khe Khum, Ekaket,
Rha Horo, Enumet,
Seyà Num, 
Khà, Tiàtì!."

poi aggiunsi:"Il mio racconto di fantascienza, adesso sarà fantastico! c'è pure la lingua aliena!".

Mentre m'avviai alla piattaforma di teletrasporto, Tehia mi disse che la prossima volta m'avrebbe spiegato come funzionava il Trycorder, che non era un Trycorder, ma che il concetto errato di Trycorder avrebbe reso l'idea ai miei lettori di fiabe di fantascienza, per sapere di cosa avremmo parlato la prossima volta!.


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>> Il Trycorder
<< Starship (parte II)

p.s.
Se dopo la lettura, di questo spiegone di fantascienza ;-) vi fosse germinato il sospetto, che degli alieni stiano davvero sponsorizzando gratuitamente il mio blog di SciFi ;-D allora... il mio raccontino avrà raggiunto il suo obiettivo!