mercoledì 19 dicembre 2018

The fantastic in a modern Japanese literature

Negli ultimi due anni in Dicembre ho sempre dato spazio a molte "anime giapponesi" che erano famosissime in Europa, il terreno è diventato fecondo per approcciare ad un estratto di un saggio sul fantastico nella letteratura nipponica. 


A seguire una traduzione ed una sintesi, di un file di 13 pagine, in PDF, condiviso da un server della fondazione Nissan Istitute, proposto da Google tempo addietro, mentre queravo con "japanese science fiction free pdf"

Estratto da: The fantastic in a modern Japanese literature (the subversion of modernity) di Susan J.Napier

La definizione di Fantastico offerta da D.Hartwell in un saggio pubblicato sul NY Times Book review, definisce il fantastico come "Fantasie che promettono fughe dalla realtà. E' caratteristica delle storie fantastiche proporre ai lettori la possibilità d'uscire dal mondo reale dei fatti, oggetti, decisioni dure, per approdare in un mondo di meraviglie e d'incantamento."

La visione di Tolkien del fantastico, è invece simile a molti autori giapponesi, come l'esistenza di una casa trascendente posta in una dimensione fantastica, rispetto alla dura realtà, che imprigiona l'essere umano. 



Per questa ragione, molti critici definiscono il Fantastico un'arma di distrazione sociale di massa, ed uno strumento di controllo politico, per evitare che possano convergere nella popolazione sensazioni ed idee di rivoluzione e cambiamento, rispetto ad uno stato delle cose ed un ordine costituito, che non è gradito dalla società. Una sorta di droga ipnotica sociale anti-depressiva per la massa, che alimenta il consenso politico-sociale. Questo palliativo (così definito da P.Kramer e da Jameson) è uno strumento di legittimazione sociale dello status quo, ed è un elemento importante della società giapponese. La serie "Gundam" è la celebrazione di una tecnologia avanzata in una guerra egemonica, mentre i fumetti "Laughing Salesman" veicolano fantasie per comunicare messaggi conservatori.


Nella teoria del fantastico di Todorov (1975) il lettore ha un momento d'esitazione (sospensione d'incredulità) ossia il momento fantastico è un evento impossibile che si realizza a causa di: a)gli eventi impossibili a volte capitano, siamo quindi nel mondo del supernaturale, oppure b)l'evento può essere spiegato come un'allucinazione oppure un trucco.


Il genere fantastico è sempre fondato sulle incertezze, non esiste una razionalizzazione del fantastico, ridimensionandolo ad una visione simile a come noi conosciamo il mondo, perchè semplicemente la dimensione del fantastico non potrà mai essere conosciuta e compresa. Il genere fantasy quindi, è una letteratura della restrizione sociale, che permette di compensare le carenze, ed è una letteratura del desiderio, che ricerca l'assenza e la perdita. 

L'autrice dell'estratto Susan J.Napier concorda con il fatto che la letteratura del fantastico sono tutte quelle tracce del non detto e del non visto di una società, che sono state silenziate e celate e coperte con l'assenza. Nella letteratura fantasy giapponese è questa la principale chiave di lettura sociologica: una letteratura mimetica, coerente con la visione di un'altra ricercatrice Jacksons, che ha studiato l'immaginario fantastico giapponese. Una delle chiavi più evidenti di tale teoria, sono le bestie, gli specchi magici, i sogni con viaggi in altri mondi, le metamorfosi, che sono artifici letterari comuni e sempre presenti, in tutta la letteratura nipponica.

Un'altra definizione del Fantastico fu data nel 1975 da Eric Rabkin è che nella dimensione del fantastico, le regole del mondo offerte al lettore, possono essere violate e contradette dall'autore.


Perchè gli autori decidono di scrivere testi palesemente contraddittori da proporre ai propri lettori?! Perchè come ebbe a dire Hume, il tradizionale realismo non sembrano soddisfare o dare sufficiente senso, alla complessità della realtà del mondo.



Il fantastico nella letteratura giapponese più che essere una occidentalizzazione della modernità, è invece il recupero di miti, miracoli, armonie sociali, stereotipi che hanno dominato il pensiero giapponese nel tempo. Questi miti, partono dal XII°secolo con la restaurazione del governo dell'imperatore. La narrativa giapponese che sia mimetica o fantasy, ha esplorato a lungo tali tematiche, mostrando i lati positivi e negativi della modernità occidentale, in raffronto con gli archetipi nipponici precedenti. Per questa ragione, il grande ruolo del fantastico in Giappone è una letteratura di fuga per la società nipponica, per sfuggire ai lati negativi della società moderna!.


La rappresentazione del reale nella letteratura nipponica, è diversa dalla rappresentazione occidentale. Nella letteratura giapponese, è importante il "shishosetsu" ossia l'esperienza reale e sincera, che niente ha in comune con i costrutti ideologici occidentali del realismo. In occidente, se il "consenso reale sulla realtà implica una realtà verificabile", in Giappone la realtà può anche essere non verificabile, oppure impossibile!. 


Esiste quindi un legame nel fantasy nipponico, anche con la satira, oltre al fatto che nel genere fantastico si mescolano una realtà sconosciuta, dove la verità è ambigua ed inconoscibile. Ci sono quindi anche utopie, distopie, romance, il fantasy, tutte etichette di letteratura che nella società giapponese possono essere inglobate, dentro la più grande classe del Fantastico.