mercoledì 5 dicembre 2018

The problem of space flying, Science Wonder Stories 1929 (parte 3)

Nella terza parte dell'articolo Herman Potočnik alias Herman Noordung, pubblicato postumo su Science Wonder Stories nel settembre 1929 espone

Estratto di Science Wonder Stories Settembre 1929, i problemi del volo spaziale e del motore a reazione, parte 3


Le osservazioni dei pianeti più vicini alla Terra come Mercurio, Venere, Marte, la Luna se osservati dallo spazio con potenti telescopi, sarebbe possibile costruirne dettagliate mappe. Osservando lontane stelle, sarebbe possibile scoprire nuovi eventi siderali che potrebbero essere studiati e potrebbero rivelare l'eventuale destino del Sole e della Terra. Una volta apprese tutte le variabili del volo spaziale, l'ambiente siderale non sarebbe più un ambiente sconosciuto e misterioso e ricco di pericoli, ma un ambiente che potrebbe essere dominato, con viaggi siderali senza alcun rischio!.

Così come composto dallo scienziato Oberth, sarebbe possibile porre in orbita un enorme specchio, con cui concentrare tutta l'energia solare ricevuta e focalizzarla in un punto sulla Terra oppure disperderla nello spazio. Un enorme specchio di 100kmq costerebbe (nel 1929) $750mila dollari ed occorrerebbero 15 anni di lavoro. Oppure sarebbe possibile costruire un enorme specchio composto da moltissimi specchi più piccoli, che dovrebbero essere pilotati da piccoli motori elettrici in modo da ruotarli nella direzione voluta. Sarebbe possibile illuminare di notte come se fossero a giorno porti, città, aeroporti se vi fossero le condizioni atmosferiche favorevoli ossia senza banchi di nuvole. Tale dispositivo però potrebbe anche trasformarsi in una potentissima arma, con cui sarebbe possibile distruggere i depositi di munizioni, armamenti nemici, o bruciare città o carbonizzare truppe in movimento.

Considerando le stelle distanti e lontane anni luce, la più vicina Alfa Centauri dista 4.5 anni luce, una distanza enorme pari a circa 4500 volte il diametro di tutto il sistema solare terrestre. Date le enormi distanze coinvolte, al momento è logico concentrarsi solo sui pianeti del nostro sistema solare: Mercurio, Venere, Luna, Marte e poi quelli più esterni come Giove, Saturno, Urano, Nettuno.

Per viaggiare dalla Terra verso i pianeti del sistema solare, occorrerà sviluppare una serie di orbite concentriche a partire dal pianeta di partenza, per raggiungere con una rotta tangente il pianeta di destinazione, il quale nel frattempo continuerà a seguire la sua naturale rivoluzione attorno al Sole. In alternativa, occorrerà disegnare un'orbita ellittica in diagonale sul sistema solare e centrata sul sole, in modo tale che intersechi il pianeta di arrivo e che poi per rientrare al pianeta d'origine, necessiti di un passaggio vicino al Sole.

Per fare questo, servirà sviluppare un'accelerazione superiore alla forza di gravità terrestre che nello spazio delle immediate vicinanze terrestri causa la possibilità di sostare in orbite a varie livelli d'altitudini. Ovviamente, il razzo dovrà avere al suo interno una sufficiente combustibile per poter effettuare tali manovre nello spazio. Piuttosto che salpare direttamente dalla Terra verso un pianeta del sistema solare, sarebbe sicuramente più facile salpare da una stazione spaziale, la quale potrebbe essere adibita a spazioporto. Il carburante come ossigeno, idrogeno, se protetti dai raggi solari diretti, tali elementi chimici potrebbero essere mantenuti allo stato solido e quindi di facile stoccaggio in modo anche indefinito. Il rifornimento del carburante che sarebbe elaborato sulla Terra sfruttando l'idrogeno dei mari, sarebbe portato nello spazio con un servizio di cabotaggio continuo sulla stazione spaziale, da cui ovvimente salperebbero navi spaziali per l'esplorazione del sistema solare.

Una base spaziale sulla Luna sarebbe auspicabile, esistono sulla Luna giacimenti di ghiaccio ossia acqua da cui decomporre in acqua e poi estrarre per processo elettrolitico idrogeno ed ossigeno, inoltre la bassa gravità permetterebbe anche la manipolazione semplice di grossi carichi. Un secondo punto per salpare verso viaggi spaziali potrebbe essere proprio la Luna, ove sarebbe possibile anche stoccarci molti materiali. Durante il viaggo d'esplorazione, il razzo comunicherebbe costantemente la propria posizione con le onde radio, inoltre sarebbe osservato costantemente con enormi telescopi posti sulla Luna e sulla Stazione Spaziale.

L'atmosfera di Marte sarebbe sicuramente molto rarefatta e potrebbe essere difficile visitare il pianeta, necessitando ovviamente di tute spaziali. Venere è un pianeta che probabilmente ha un'atmosfera molto densa, mentre Mercurio avrà sicuramente temperature molto alte, essendo il più vicino al Sole e quindi un posto difficile da visitare. Mentre per i pianeti più lontani come Giove e Saturno, Urano e Nettuno che sono i più lontani e difficili da osservare, la domanda scientifica è aperta se questi siano pianeti rocciosi oppure solo gassosi. Ed una cosa è certa: anche se fossero rocciosi, sarebbe molto difficile visitarli, a causa dell'enorme massa e quindi dell'alta gravità, che renderebbe difficile sia l'esplorazione che la velocità di fuga dell'astronave!.