Ezezel e Tehia, sono due personaggi di “fantasia” che potete conoscere letterariamente, dentro vari ebook della collana JDAB.
Ho deciso, che quando sarò colto da una pulsione irresistibile a scrivere un racconto di SciFi, darò spazio con piccoli racconti ai due nuovi testimonials del blog :-)
Mi ritrovai in piedi senza sapere come c'ero finito, ero sopra un grande parallelepipedo basso e piatto di color alabastro, mentre una forte luce bianca stava pulsando ritmicamente.
Ero un po' spaesato, ma non spaventato, mentre cercavo di capire come avevo fatto ad indossare una sorta di tuta spaziale aderente e gommosa, di un colore rosso-aranciato, con vistosi guanti neri, mentre indossavo anche un casco integrale, con una visiera azzurrata, all'improvviso mi giunse in testa un pensiero alquanto insolito. Ero in bilocazione di "Ka" su Gonor: quest'idea, mi frullò all'improvviso in testa, sul momento mi sembrò una motivazione logica e coerente, capace di spiegare le mie insolite percezioni.
Scesi dalla piattaforma di teletrasporto, iniziai a guardarmi intorno, mentre mi sentivo un po' spaesato.
C'era una magnifica desolazione che circondava tutto l'orizzonte visibile: c'erano rocce e sabbia, tutto aveva un colore grigio vagamente rossastro, il cielo era celeste chiaro, c'era il sole in lontananza ma era piccolo ed un po' smorto, non c'erano nuvole, poi notai che il celeste del cielo era un forte contrasto con il paesaggio, che era roccioso e spoglio e privo di piante. Trovai molto strano che non ci fossero sterpi, erba, non c'erano volatili, ne vidi animali, non c'erano rumori naturali od artificiali, ma solo un imperioso silenzio.
Ero in piedi su una soglia in granito, una lastra rocciosa perfettamente levigata di forma parallelepipeda, molto larga e molto bassa, larga circa 3mt o più, per circa 10 metri. Sul lato destro, notai che correvano due piccoli binari metallici, che sembravano una ferrovia molto stretta a scartamento privato, proprio come quelle che sono in Australia, per il trasporto della lana.
Poco distante da me, c'era un'entità alta oltre 2 metri, magra, mani enormi e grandi almeno il doppio di quelle umane, indossava una tuta spaziale scura, aderente, con un grosso casco nero, visiera a specchio, sulle spalle aveva una sorta di JetPack voluminoso con ali, con due o tre tubi esterni, che collegavano il casco al grosso zaino.
Era la mia guida turistica, per la mia breve gita a Gonor: quest'idea mi frullò all'improvviso in testa, sul momento mi sembrò logica e capace di spiegare tutto quanto.
Transitò all'improvviso, preceduto da un leggero rumore metallico, una sorta di treno senza motrice; i due vagoni avevano la forma fusolare di una carlinga aerea, la struttura era bianca, con molti oblò azzurrati, simili a quelli di un aereo di linea.
Affascinato dalla tecnologia aliena, m'avvicinai per cercare di memorizzare ogni dettaglio. Le due insolite carrozze ferroviarie sostarono qualche minuto accanto alla banchina di pietra, s'aprì un piccolo portello ovale da cui potei intravedere una camera d'equilibratura, con spessi pannelli di vetro, da dove s'intravedeva l'interno luminoso e molto piccolo e basso, del vagone ferroviario. C'erano due file di sedili, composte da due sedili accoppiati, a bordo non sembrava esserci nessuno. Nessuno salì o scese sul mezzo, il boccaporto si richiuse con un piccolo sibilo elettrico, poi le due carrozze partirono bruscamente, seguendo il piccolo tracciato ferroviario, il quale dopo un centinaio di metri, i binari sembravano terminare nel nulla, in realtà sprofondavano sottoterra!.
L'anello metropolitano della Colonia di Gonor aveva un diametro di 486km e la maggioranza del percorso era sotterraneo: quest'idea mi frullò all'improvviso in testa, sul momento mi sembrò logica e capace di spiegare tutto quanto.
Giunsero dopo poco, quattro piccoli vagoni che a me parvero simili ai vagoni metallici minerari di forma parallelepipeda, con ruote metalliche ma dotati di cupola. La cupola s'aprì, entrammo ciascuno, nel proprio "vagone minerario", poi la cupola trasparente si chiuse. Io ero seduto sul secondo vagoncino minerario, era metallico, era privo di sedile, c'erano varie maniglie ai bordi della carlinga perfettamente squadrata e parallelepipeda. La mia guida turistica si collocò sul primo vagoncino, era in testa alla fila dei 4 rimorchi, gli altri due vagoncini erano vuoti e non c'era nessuno. Lo so, perchè mi voltai a guardare per verificare.
Il piccolo convoglio partì lentemente, dopo poco tempo sprofondò nel terreno, il convoglio accelerò dentro ad una galleria che non sembrava finire mai.
La galleria era buia e priva d'illuminazione, non saprei nemmeno descriverne la larghezza tanto era lunga e buia. Inoltre, dentro al mio vagoncino, s'accesero subito due piccole luci bianche, che illuminarono l'ambiente. Per cui per riflessione ottica delle lampade sulla cupola, ero impedito a vedere cosa vi fosse oltre la cupola. Il mezzo era sicuramente in movimento, ben ammortizzato, era tuttavia possibile percepire in modo ritmico e regolare, i rassicuranti piccoli sussulti e rumori, tipici dei convogli ferroviari.
Incontrammo la prima stazione di sosta, quella che era posta ad ore 9.
La colonia 9 era una colonia interamente sotterranea, di forma simile ad un enorme cubo di Rubik, che veniva attraversata centralmente dalla linea metropolitana di Gonor. Chi abitava in quella parte della colonia di Gonor, detestava profondamente gli esseri umani, li considerava "i figli di satana". Per questo, gli abitanti della colonia 9 non volevano aver nulla a che fare con gli umani. Se non fossi stato accompagnato, avrei potuto anche rischiare la mia vita. Quest'idea, mi frullò all'improvviso in testa, sul momento mi sembrò logica e capace di spiegare tutto quanto.
Osservai, dall'interno del mio mezzo, la stazione per qualche minuto, giusto il tempo necessario per espletare una sosta automatica dalla metropolitana. C'era poca luce nella stazione di transito, le due luci nel mio vano s'affievolirono, anche se l'esterno era in penombra, potei così osservare meticolosamente il grosso ambiente alieno che era in forte penombra. Non si vedeva nessun alieno sulla banchina ferroviaria, tanto meno dai moltissimi varchi che popolavano la struttura. Questa era proprio come uno scolapasta rovesciato. I varchi erano sferici, erano scavati nella roccia, sembravano fossero rigati proprio come l'interno delle canne dei fucili. Tutta l'area di transito sembrava tranquilla, deserta e molto silenziosa.
Il piccolo convoglio composto da quattro vagoni metallici simili a vagoni minerari, dotati di cupola trasparente, ripresero poi a muoversi, con un'accelerazione lenta, poi s'imbucarono dentro un'altra interminabile galleria. Questa seconda galleria era poco e male illuminata, ma più luminosa della prima, potei percepire che era stata scavata nella roccia, valutai che fosse appena sufficiente per far transitare un'unica rotaia.
Giungemmo alla stazione della Colonia posta ad ore 12 e scendemmo, c'era un ambiente grande, luminoso alla Colonia 12.
Salimmo una scala a chiocciola, ampia, in pietra, con gradini rugosi con perfette linee verticali, poi camminammo per un corridoio lungo, dotato di moltissime porte circolari metalliche che erano chiuse. Pavimento in roccia, con poche luci fioche che illuminavano dal basso la struttura, il pavimento era scavato nella roccia, era rugoso e costellato da perfette linee diagonali.
Entrammo in una stanza, posta alla destra del corridoio, aprendo una porta ovale metallica.
La guida mi disse che il vano m'era stato donato dagli alieni, e sarebbe stato l'habitat durante la mia permanenza su Gonor, ad uso del mio clone. Il vano era scavato nella roccia, il soffitto era basso, meno di un metro ed ottanta, infatti alzando la mia mano, potei toccare il basso soffitto che era levigato perfettamente, proprio come il pavimento. La forma del vano era quella di un triangolo equilatero, centralmente alla stanza c'erano un grosso contenitore metallico, ove dentro c'erano degli strani artefatti a forma di mezzaluna dotati di un filo, quasi come un bocchettone di un distributore.
Erano pistole laser ad alta emissione.
Permettevano di scavare estraendo in negativo dalla roccia mobili e vani. Non erano stati creati cripte o nicchie di riposo, perchè era stato ritenuto che un locale spazioso dotato di finestratura, sarebbe stato più gradito. Nell'appartamento alieno, non c'erano letti, non c'erano sedie, non c'era mobilia, non c'erano elettrodomestici, non c'era niente.
C'era solamente un vano vuoto scavato nella roccia, ma il panorama era spettacolare.
C'erano enormi cristalli di un colore blu, spessi e massicci, molto più imponenti dei vetri blindati. I dispositivi tappezzavano il lato prospiciente l'entrata, della stanza triangolare. La visuale dava sull'esterno, su un enorme canyon che sembrava non finisse mai. Mi fu detto che la vetrata era stata ritenuta opportuna, perchè un vano privo di finestre probabilmente mi sarebbe apparso ostile e claustrofobico. Dalla finestra aliena, s'intravedevano varie altre nicchie artificiali finestrate, le numerose struttura aliene, erano scavate nella roccia, poste in modo sparso, nel distante ma prospiciente lato opposto del canyon. Non era possibile vedere ne il fondo, ne l'inizio dell'enorme canyon, perchè il soffitto era basso, ma il panorama era davvero spettacolare. Tra i cristalli ed il bordo della scarpata, notai che c'era circa un metro di roccia, era una sorta di terrazzo privo di balaustra di sicurezza, il pavimento non era liscio ma levigato in modo ondulato.
Nel vano, sarebbe stato aggiunto un letto ed un tavolo in plastica biologica, dei vestiti e delle scarpe, oltre ad un monitor di comunicazione, questo avrebbe migliorato il comfort del mio habitat. Quest'idea mi frullò all'improvviso in testa, sul momento vi giuro che mi sembrò logica e capace di spiegare tutto quanto.
Ripartimmo per entrare in un'altra lunghissima galleria che era totalmente buia, poi all'improvviso entrammo in un enorme ambiente, di forma perfettamente parallelepipeda, era scavato nella roccia, aveva pareti rocciose perfettamente levigate, era l'area di transito della colonia 3. Scendemmo alla Colonia 3, l'ambiente era davvero imponente e luminoso, con luci provenienti dall'alto, c'era un'architettura pulita e squadrata, uno spazio quasi "zen", del tutto simile alla sala del Re della piramide di Keope, ma senza sarcofaghi, con una cubatura assolutamente imponente, grande almeno quanto un campo di calcio.
Popo poco, due aliene che avevano la GHIU-Graphics Human Interface Unit abilitata, comparvero da un grande corridoio squadrato che era a tre quarti del locale. La GHIU gestiva il traduttore universale, inoltre proiettava nella mia mente un'immagine dai lineamenti del volto umani. Questo, per ridurre il mio senso di shock, infatti le due entità non erano umane, ma aliene. La GHIU, serviva per ridurre lo shock causato dal diverso gusto del senso dell'estetica, io infatti non ero abituato ai lineamenti non di razza umana. Quest'idea mi frullò all'improvviso in testa, sul momento mi sembrò logica e capace di spiegare tutto quanto intorno a me.
Ringraziai "i padroni di casa loro, per avermi ospitato, in questa mia breve gita turistica su Gonor" poi dissi che apprezzavo la loro onestà intellettuale, per essersi rivelati, dicendomi che i loro apparenti lineamenti umani, non rappresentavano la loro reale figura. Se non lo avessi saputo, avrei potuto supporre un'interazione con esseri di razza umana.
Dissero che erano due antropologhe, studiavano la razza umana, statisticavano in modo campionario la popolazione umana.
Le due aliene detestavano la razza umana, perchè a loro dire gli umani erano "i figli di satana": l'agire umano, era la palese dimostrazione. Tuttavia, non tutti gli esseri umani erano uguali, ce n'erano moltissimi che avevano nobili sentimenti e buone qualità, per cui questi soggetti umani erano degni, o sarebbero stati degni, per un contatto alieno.
Poi le due aliene aggiunsero che la loro razza era fiera e leale, molto ligia e ferrea nei comportamenti, le violazioni erano punite severamente nella loro società, tanto da causare anche l'esilio perenne, perchè niente doveva turbare l'ordine e la pace sociale della comunità.
Io chiesi, come facessero a studiare e campionare la popolazione umana.
Mi risposero, che navigavano in Internet perchè intercettavano le telecomunicazioni umane, gli studi degli alieni erano calamitati sui Social Network. Questi erano ritenuti nello studio della razza umana, la fonte primaria delle eterogenee manifestazioni umane singole, o collettive. Una studiava i comportamenti singoli degli umani sui Social Network, l'altra invece studiava i contenuti dei giornali-radio-televisioni, che si mirroravano in internet, oppure nelle trasmissioni ad onde radio.
Chiesi, come facevo a sapere che quello che stavo realizzando fosse ragionevolmente reale, e non gli effetti di un'impepata di cozze, mangiata la sera prima!.
La bilocazione di "Ka" era possibile perchè era stato creato un clone alieno-umano capace d'ospitare temporaneamente il mio "Ka". Il mio clone alieno-umano, in cui il mio "Ka" sostava temporaneamente, era stato prodotto per clonazione ed ibridazione, perchè ero stato un soggetto pre-selezionato al contatto, essendo stato ritenuto degno d'avere un contatto alieno.
Nella bilocazione di "Ka" non si poteva far transitare materia, però mi dissero che m'avrebbero dato delle informazioni fuori contesto storico.
Una delle due aliene disse che l'Extramondo ossia quello che gli umani definivano il regno dei morti, esisteva. La prova scientifica del "mondo dei morti" era nella fase d'inflazione del Big Bang, ossia l'espansione superluminale dello spaziotempo era stata causata dal momento d'inerzia di un altro universo che permeva il nostro universo. Quello che gli umani chiamavano "Materia Oscura" era la materia dell'altro Universo che era saldamente compenetrato nel nostro, mentre l"Energia Oscura" era la luce dell'altro Universo. Tuttavia tali realtà non erano visibili direttamente perchè nell'altro universo le leggi fisiche erano diverse, ma non incompatibili con quelle presenti nel nostro universo. Poi l'aliena aggiunse che prima del Big Bang, il nostro universo era in uno stato stazionario, buio e freddo, alla temperatura dello zero assoluto. L'urto tra i DUE universi creò il Big Bang, mentre la compenetrazione dell'altro Universo nel nostro universo, diede la nascita e lo sviluppo alla vita, nel nostro universo. Altre evidenze indirette dell'Extramondo era la dilatazione dello spaziotempo, che tutti osservavano nell'universo, con l'allontanamento di galassie lontane causate dal riversamento di spaziotempo dell'altro universo che stava permeando nel nostro. Per fare un paragone improprio, era come la crescita di volume dell'acqua in un contenitore se s'aggiungeva nuova acqua dentro al recipiente. Altre evidenze indirette dell'Extramondo erano sia il ribollire quantistico delle particelle virtuali causate dall'interferenza quantistica di energia oscura/materia oscura, oltre al fatto che le stelle dentro le galassie non si disperdevano, perchè le leggi fisiche dell'Extramondo non erano incompatibili quelle del nostro universo.
Chiesi, le manifestazioni "fantasmatiche" erano reali e potevano essere misurate fisicamente?
Risposero che occorreva molta energia alla "materia oscura" di cui erano composti i membri dell'Extramondo, per potersi condensare, riuscendo così a riflettere delle frequenze, che poi sarebbero state osservabili del nostro universo, con le nostre leggi fisiche. Il modo più semplice per "apparire" era condensare la loro immagine, attraversarsanso grandi masse o grosse strutture (massi, muri, pavimenti, rocce ecc...) . L'entità potevano nel passaggio spostare alcune orbite degli elettroni, lasciando così delle temporanee tracce parziali, della loro immagine, che tuttavia erano immerse nel caos dela struttura naturale. Facendo un paragone improprio, la condensazione era un metodo di appalesamento non troppo dissimile, dal funzionamento di un tubo catodico che mostra un'onda dipinta sulla schermo, immerso in un forte rumore di fondo.
Chiesi se la M-Theory di cui avevo visto anni fà dei filmati in YouTube, fosse stata corretta.
Mi risposero, che era corretta solo in parte, perchè l'universo non era pulsante.
Chiesi se la teoria degli universi paralleli fosse stata corretta.
Risposero che l'Universo era così grande, che c'era spazio in molte galassie lontane, per l'esistenza nel passato, nel presente, nel futuro, di vari pianeta Terra in cui nello stesso nostro universo, si fossero sviluppate a loro e nostra insaputa, varie realtà terrestri con storie umane alternative, pari ad un numero > M, indicando con M un numero scelto a caso molto grande. Invece, la nostra galassia era così tanto grande, che c'era spazio per l'esistenza di vari pianeta Terra, in cui nel passato, nel presente, nel futuro si fossero sviluppate a loro e nostra insaputa, varie realtà terrestri con storie umane alternative, pari ad un numero < M, indicando con M un numero scelto a caso molto grande.
Risposi, che io non avevo modo di controllare o valutare, se tutte queste informazioni fossero state vere o false.
Le due aliene risero, poi si guardarono e mi dissero che avrei avuto ottimi argomenti, per scrivere un imponente racconto di fantascienza!.
<< Il Trycorder
>> Tehia, probabilmente di classe Anubi
p.s.
Se dopo la lettura, di questo spiegone di fantascienza ;-) vi fosse germinato il sospetto, che degli alieni stiano davvero sponsorizzando gratuitamente il mio blog di SciFi ;-D allora... il mio raccontino avrà raggiunto il suo obiettivo!