Come potrebbero essere delle Basi UFO aliene su Sirio?!
blog Paleocontatto: AstroCalc il tool di ufologia che razionalizza le latenze ufo
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Come potrebbero essere delle Basi UFO aliene su Sirio?!
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Era il 5 Febbraio :-) più o meno, quando mi ritrovai senza sapere come ci fossi arrivato, in una stanza di metallo dal soffitto piuttosto basso, in mezzo al locale con pianta a triangolo rettangolo, c'erano due grandi vasi di forma parallelepipeda: in quello di destra c'erano numerose piante grasse ed alcuni cactus in fiore, nell'altro vaso c'erano tante grosse felci di un bel colore verde. Immediatamente alle spalle dei due vasi, c'erano due divani di colore bianco, uno posto frontalmente all'altro, in mezzo ai due arredi c'era un piccolo tavolino basso, con design simile ai tavoli da sala tranne per il fatto che il piccolo tavolo sembrava di plastica bianca. Sopra il tavolo una caraffa con dell'acqua e dei piccoli bicchieri di forma cilindrica più larghi che alti. Ad un osservatore attento, avrebbe subito intuito che la mobilia non era terrestre, era ergonomicamente troppo piccola per un essere umano adulto, sembravano arredamenti più idonei in un asilo, per quanto la mobilia avesse un design con spigoli ad angolo retto e nessuna morbida stondatura, per evitare urti o ferite.
La stanza di metallo era di forma triangolare, illuminata scarsamente dal soffitto con una fioca luce bianca emessa da quello che a me sembrarono lampade a neon longitudinali. Le fioche lampade bianche più che altro emettevano calore e riscaldavano l'ambiente, l'ampia luce del locale proveniva da quello che a me apparirono delle finestre di vetro o cristallo. Erano imponenti, simili ai cristalli antiproiettile oppure erano dei monitor in altissima definizione. La struttura in cui ero all'interno, da quello che vedevo da questa specie di vetrata, era una struttura nevosa, circolare, alta non più di 3 metri dal suolo. A distesa d'occhio c'era una landa piatta e desolata coperta di neve e ghiaccio, con uno splendido cielo azzurro e privo di nuvole, l'atmosfera sembrava cristallina e limpida e quanto ho visto poteva ricordare l'Antartide.
Alle mie spalle, molto distanti c'erano due alieni simili a Ticky e Xeon, stavano dietro una porta, accennavano un vago sorriso dalle loro impercettibili labbra ed entrambi facevano "ciao ciao" con la manina. M'avvicinai alla porta, che era accanto a quella da cui ero entrato nel vano, e che inizialmente non avevo visto, perché le porte si chiudevano a filo. La loro tolleranza era marginale tanto che quasi si confondevano con la struttura, i portelloni si chiudevano scorrendo verticalmente ed erano a tenuta stagna resistenti ad alte pressioni. Quest'idea mi passò per la mente all'improvviso, vi giuro che sul momento mi parve ragionevole a dare un senso a quanto osservavo.
Nel secondo vano, anche questo interamente metallico, di forma triangolare si prolungava la grande vetrata che illuminava il locale, mostrava la stessa landa desolata antartica. Al centro della sala metallica c'erano 6 cilindri enormi, alti sino al soffitto, larghi almeno un metro e mezzo e pieni di un liquido vagamente verdastro. Dentro c'erano alghe, pesci, crostacei, e sembravano normali animali terrestri. Erano acquari altamente ossigenati, per la produzione di cibo: quest'idea mi piovve nella mente all'improvviso, vi giuro che mi parve coerente a dare un senso a quanto osservavo.Presi un'ascensore metallico che probabilmente scese sottoterra: il vano era piuttosto angusto e preferii sedermi in terra, ero accompagnato da un alieno molto silenzioso, era quasi identico a Ticky, ma io sapevo che non poteva essere Ticky, perchè Ticky é solitamente estroverso e molto loquace.
Il "transfer rate" di pensieri e parole nella cultura di quello che io definivo la cultura aliena, era almeno il quadruplo, del "transfer rate verbale e non verbale" usato invece da un essere umano. I discorsi alieni, non erano mai lunghi e prolissi, perché erano sempre cortissimi sia a causa dell'elevato "transfer rate di dati", sia per la compattezza concettuale di idee e pensieri, sia per una maggiore efficienza degli schemi mentali, quindi a differenza di quanto facevano sempre gli esseri umani nella comunicazione verbale, gli alieni non ridondavano la propria comunicazione. Per ridondanza, io intendo l'abitudine verbale a ripetere due volte lo stesso concetto, con altre parole od usare una metafora per esprimere in altro modo, lo stesso concetto. Inoltre gli esseri umani, usavano anche la comunicazione "non verbale" ossia gesti, espressione del volto, postura del corpo, odori, vestiti, rituali ecc... mentre tutto questo era sconosciuto nella cultura aliena. Gli alieni, erano soliti restare immobili tanto da apparire inespressivi, la comunicazione "non verbale" era inefficiente e quindi superflua, le riflessioni transitavano verbalmente in pochissimi suoni, mentre i pensieri complessi e le emozioni erano condivisi su protocolli telepatici.
Quest'idea mi piovve nella mente all'improvviso, vi giuro che mi parve coerente alla storia che vi sto raccontando.
La comunicazione aliena era sempre "molto asciutta" ed efficiente, mai ridondante, se questo dipendesse da alta tecnologia impiantata negli alieni, oppure se le doti telepatiche fossero innate capacità naturali, questo io non so dirlo.
Comunque, uscendo dall'ascensore entrai in una caverna, era alta almeno 3 metri, pareva scavata nella roccia, ai lati delle rocce c'erano due file di tubi rossastri che emettevano calore ossia una luce infrarossa e scaldavano tutto l'ambiente, mentre sul soffitto c'erano varie lampade che emettevano una luce bianchissima ma fredda. In mezzo alla grande sala c'era un enorme tavolo di pietra, scavato in negativo nella roccia e sopra c'erano moltissimi artefatti umani, che erano stati raccolti nel tempo dagli alieni, come campioni da studiare. Amigdale e schegge di selce, piatti e contenitori di terracotta o ceramica, spade e scudi ed elmi di ferro d'epoca greca. Anfore romane, capitelli romani o greci, artefatti di vetro colorato che erano molto grezzi come fattura. Cerbottane di bambù, zagaglie di rame, e qualche arma da fuoco. C'era una pistola dei pirati ad avancarica, un moschetto ad avancarica, una carabina a retrocarica, un revolver Colt Navy ed una Colt 45 automatica. Gli alieni studiavano l'umanità da tempo immemore, classificavano le tribù umane a seconda della capacità di produrre artefatti complessi: dall'epoca della pietra, all'epoca dei manufatti di legno, di metallo, di vetro, ed infine all'invenzione delle armi da fuoco a canna liscia o rigata, avancarica o retrocarica, colpo singolo oppure a ripetizione. Quindi la capacità di costruire aerei ad elica e poi a reazione. quindi missilistica che comunque, con i motori a propulsione chimica, non avrebbero portato l'umanità da nessuna parte, perchè anche solo i pianeti nel sistema solare, erano molto lontani per i motori a propulsione chimica!
C'era poi un grosso libro, grande quanto un atlante geografico, con scrittura completamente sconosciuta, lo sfogliai e mi parve a tutti gli effetti un classico libro, con carta patinata, c'erano tante immagini, la differenza con i libri normali era che premendo con i polpastrelli sulle immagini, le foto non erano stampante ma si comportavano esattamente come un faceva un tablet, ed era possibile scorrere una lunga carrellata di altre foto. Era probabilmente un tablet che appariva nella forma tradizionale di un libro cartaceo, dato che le pagine si voltavano come un normale libro. ma l'oggetto era multimediale ed interattivo come un computer.
Erano luci aliene, quelle che Colombo disse d'avvistare nella notte ne 1492, durante il viaggio verso Ovest. C'era la foto delle due caravelle spagnole, che viaggiavano nella notte e che io ho cercato di riprodurre, come mi ricordo d'averle viste, nella foto dell'Enciclopedia Aliena.<< Intervista ad Uriel -ESTOTE PARATI-
>> Di cosa parlano gli alieni nella Base di Gonor?!
Su Air Wonder Stories del luglio 1929 fu pubblicato il racconto di fantascienza -Islands in the air- edito da Lowell Howard Morrow, in cui s'immaginava l'esistenza di isole volanti!. L'idea originariamente permutata da Lowell, probabilmente fu attinta dal racconto di proto-fantascienza di J.Swift (in cui immaginava e/o osservava una città volante, popolata dal popolo dei Laputi), tuttavia, il tema delle isole volanti resterà per lunghi decenni nel surgelatore, per poi essere riciclato da Hollywood nel 2009 con Avatar, in cui s'immagineranno montagne volanti a causa di antigravità contenuta nelle rocce.
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Vega Strike è un gioco strategico dove bisogna esplorare lo spazio, costruire un impero stellare, usare le astronavi per combattere alieni e nemici di vario genere!