Racconti e libri di fantascienza, in PDF, gratis in Copyleft, storia della Fantascienza, Pulp Mags di SciFi, Asimov, Ballard, Bradbury, Clarke, Dick, Lem, Matheson, Wyndham tradotti in italiano, serie Tv e film di fantascienza in streaming gratis, videogiochi in copyleft, Corsi gratuiti di Scrittura Creativa, e tante risorse varie per autori di Science Fiction
domenica 30 dicembre 2018
venerdì 28 dicembre 2018
Futurama: Season 1 Episode 1, Season 6 Episode 9,13,14
Futurama - Season 1, Episode 1
Futurama - Season 6, Episode 9
Futurama - Season 6, Episode 13
Futurama - Season 6, Episode 14
Futurama - Season 6, Episode 9
Futurama - Season 6, Episode 13
Futurama - Season 6, Episode 14
mercoledì 26 dicembre 2018
Serie televisive dell'ignoto e del mistero, poste a confronto diretto (parte 1)
"Tales of tomorrow" ossia "Racconti del domani" fu una serie di telefilm di fantascienza prodotta dalla ABC dal 1951 al 1953. La serie ebbe molte assonanze con la successiva "Twilight Zone" sia per lo stesso genere di temi sviluppati, quanto per la presenza d'inversioni di punti di vista. Il format di ogni episodio aveva una durata di 30 minuti, era in bianco e nero, aveva una trama sorretta sui dialoghi, dall'espressività degli attori, a palese discapito dell'ambientazione. Le inquadrature erano strette, la regia cercava di celare una scenografia povera, quanto l'assenza d'effetti speciali. Più che una serie di telefilm di SciFi, agli occhi di un osservatore del XXI secolo, la serie di TF "Tales of tomorrow" sembrano ;-) recite teatrali trasportate in televisione.
"Out there" ossia "là fuori" fu una serie molto esigua di telefilm prodotta dalla CBS nel 1951 in soli 12 episodi, dato che poi fu cancellata. La sua peculiarità, fu di mescolare effetti speciali con una recitazione reale. Al momento, non sono rintracciabili in internet puntate della sfortunata serie tv, per cui si sospende il giudizio. Non è stato possibile rintracciare un filmato multimediale di "Out there" ma solo la versione ridotta alla pista audio, della prima puntata.
Science Fiction Theatre fu una serie tv prodotta in syndacation dal 1955 al 1957 e la prima stagione fu prodotta con pellicole a colori, mentre la seconda stagione fu prodotta in bianco e nero per ridurne i costi. La peculiarità è che gli episodi erano di 30 minuti circa, tutti i contenuti erano presentati da Truman Bradley, tuttavia ogni puntata rappresentava una storia a sé. I temi affrontati erano di genere fantascientifico: il volo spaziale, i robot, la telepatia, i dischi volanti, l'arrivo degli extraterrestri, viaggi nel tempo, paleoastronautica, fantastiche leggi fisiche...
"Out there" ossia "là fuori" fu una serie molto esigua di telefilm prodotta dalla CBS nel 1951 in soli 12 episodi, dato che poi fu cancellata. La sua peculiarità, fu di mescolare effetti speciali con una recitazione reale. Al momento, non sono rintracciabili in internet puntate della sfortunata serie tv, per cui si sospende il giudizio. Non è stato possibile rintracciare un filmato multimediale di "Out there" ma solo la versione ridotta alla pista audio, della prima puntata.
- Il budget per Science Fiction Theatre del 1955 appare più ampio di quello a disposizione di "Tales of Tomorrow" (1953) il format dei telefilm di Science Fiction Theatre appaiono come piccoli film, con qualche effetto speciale: in SciFi Theathre ci sono inquadrature più larghe ed ambienti un po' più complessi, rispetto alle povere e modeste scenografie di "Tales of Tomorrow".
- Mentre Tales of Tomorrow sembra de facto "una Twilight Zone riportata su un proscenio di un teatro", i telefilm di SciFi Theatre non hanno inversioni di punti di vista, in quanto i plot sono distanti dal ruolo della scienza, ma aprono al telespettatore su un immaginario collettivo, in cui esiste eventi misteriosi e/o soprannaturali, ancora tutti da scoprire ed investigare!.
martedì 25 dicembre 2018
Yattaman (1977)
La prima trasmissione in Italia è avvenuta su Rete 4 nel 1983 in seguito divenuta popolare grazie alle molte repliche effettuate da diverse syndication di televisioni locali.
domenica 23 dicembre 2018
Le nuove avventure di Capitan Harlock (1979)
Capitan Harlock è un personaggio immaginario protagonista di un omonimo manga di fantascienza scritto e illustrato da Leiji Matsumoto, pubblicato in Giappone dal 1977 al 1979 dalla Akita Shoten. E' anche il personaggio principale di una serie televisiva anime diretta da Rintarō e prodotta dalla Toei Animation in 42 episodi e trasmessi per la prima volta nel 1978. A questa prima serie, ne sono seguite altre, vari lungometraggi cinematografici, di cui l'ultimo nel 2013. Il personaggio del "capitan Harlock" compare come comprimario, anche in altre serie come Galaxy Express 999.
mercoledì 19 dicembre 2018
The fantastic in a modern Japanese literature
Negli ultimi due anni in Dicembre ho sempre dato spazio a molte "anime giapponesi" che erano famosissime in Europa, il terreno è diventato fecondo per approcciare ad un estratto di un saggio sul fantastico nella letteratura nipponica.
A seguire una traduzione ed una sintesi, di un file di 13 pagine, in PDF, condiviso da un server della fondazione Nissan Istitute, proposto da Google tempo addietro, mentre queravo con "japanese science fiction free pdf"
Estratto da: The fantastic in a modern Japanese literature (the subversion of modernity) di Susan J.Napier
La definizione di Fantastico offerta da D.Hartwell in un saggio pubblicato sul NY Times Book review, definisce il fantastico come "Fantasie che promettono fughe dalla realtà. E' caratteristica delle storie fantastiche proporre ai lettori la possibilità d'uscire dal mondo reale dei fatti, oggetti, decisioni dure, per approdare in un mondo di meraviglie e d'incantamento."
La visione di Tolkien del fantastico, è invece simile a molti autori giapponesi, come l'esistenza di una casa trascendente posta in una dimensione fantastica, rispetto alla dura realtà, che imprigiona l'essere umano.
Per questa ragione, molti critici definiscono il Fantastico un'arma di distrazione sociale di massa, ed uno strumento di controllo politico, per evitare che possano convergere nella popolazione sensazioni ed idee di rivoluzione e cambiamento, rispetto ad uno stato delle cose ed un ordine costituito, che non è gradito dalla società. Una sorta di droga ipnotica sociale anti-depressiva per la massa, che alimenta il consenso politico-sociale. Questo palliativo (così definito da P.Kramer e da Jameson) è uno strumento di legittimazione sociale dello status quo, ed è un elemento importante della società giapponese. La serie "Gundam" è la celebrazione di una tecnologia avanzata in una guerra egemonica, mentre i fumetti "Laughing Salesman" veicolano fantasie per comunicare messaggi conservatori.
Nella teoria del fantastico di Todorov (1975) il lettore ha un momento d'esitazione (sospensione d'incredulità) ossia il momento fantastico è un evento impossibile che si realizza a causa di: a)gli eventi impossibili a volte capitano, siamo quindi nel mondo del supernaturale, oppure b)l'evento può essere spiegato come un'allucinazione oppure un trucco.
Il genere fantastico è sempre fondato sulle incertezze, non esiste una razionalizzazione del fantastico, ridimensionandolo ad una visione simile a come noi conosciamo il mondo, perchè semplicemente la dimensione del fantastico non potrà mai essere conosciuta e compresa. Il genere fantasy quindi, è una letteratura della restrizione sociale, che permette di compensare le carenze, ed è una letteratura del desiderio, che ricerca l'assenza e la perdita.
L'autrice dell'estratto Susan J.Napier concorda con il fatto che la letteratura del fantastico sono tutte quelle tracce del non detto e del non visto di una società, che sono state silenziate e celate e coperte con l'assenza. Nella letteratura fantasy giapponese è questa la principale chiave di lettura sociologica: una letteratura mimetica, coerente con la visione di un'altra ricercatrice Jacksons, che ha studiato l'immaginario fantastico giapponese. Una delle chiavi più evidenti di tale teoria, sono le bestie, gli specchi magici, i sogni con viaggi in altri mondi, le metamorfosi, che sono artifici letterari comuni e sempre presenti, in tutta la letteratura nipponica.
Un'altra definizione del Fantastico fu data nel 1975 da Eric Rabkin è che nella dimensione del fantastico, le regole del mondo offerte al lettore, possono essere violate e contradette dall'autore.
Perchè gli autori decidono di scrivere testi palesemente contraddittori da proporre ai propri lettori?! Perchè come ebbe a dire Hume, il tradizionale realismo non sembrano soddisfare o dare sufficiente senso, alla complessità della realtà del mondo.
Il fantastico nella letteratura giapponese più che essere una occidentalizzazione della modernità, è invece il recupero di miti, miracoli, armonie sociali, stereotipi che hanno dominato il pensiero giapponese nel tempo. Questi miti, partono dal XII°secolo con la restaurazione del governo dell'imperatore. La narrativa giapponese che sia mimetica o fantasy, ha esplorato a lungo tali tematiche, mostrando i lati positivi e negativi della modernità occidentale, in raffronto con gli archetipi nipponici precedenti. Per questa ragione, il grande ruolo del fantastico in Giappone è una letteratura di fuga per la società nipponica, per sfuggire ai lati negativi della società moderna!.
La rappresentazione del reale nella letteratura nipponica, è diversa dalla rappresentazione occidentale. Nella letteratura giapponese, è importante il "shishosetsu" ossia l'esperienza reale e sincera, che niente ha in comune con i costrutti ideologici occidentali del realismo. In occidente, se il "consenso reale sulla realtà implica una realtà verificabile", in Giappone la realtà può anche essere non verificabile, oppure impossibile!.
Esiste quindi un legame nel fantasy nipponico, anche con la satira, oltre al fatto che nel genere fantastico si mescolano una realtà sconosciuta, dove la verità è ambigua ed inconoscibile. Ci sono quindi anche utopie, distopie, romance, il fantasy, tutte etichette di letteratura che nella società giapponese possono essere inglobate, dentro la più grande classe del Fantastico.
A seguire una traduzione ed una sintesi, di un file di 13 pagine, in PDF, condiviso da un server della fondazione Nissan Istitute, proposto da Google tempo addietro, mentre queravo con "japanese science fiction free pdf"
Estratto da: The fantastic in a modern Japanese literature (the subversion of modernity) di Susan J.Napier
La definizione di Fantastico offerta da D.Hartwell in un saggio pubblicato sul NY Times Book review, definisce il fantastico come "Fantasie che promettono fughe dalla realtà. E' caratteristica delle storie fantastiche proporre ai lettori la possibilità d'uscire dal mondo reale dei fatti, oggetti, decisioni dure, per approdare in un mondo di meraviglie e d'incantamento."
La visione di Tolkien del fantastico, è invece simile a molti autori giapponesi, come l'esistenza di una casa trascendente posta in una dimensione fantastica, rispetto alla dura realtà, che imprigiona l'essere umano.
Per questa ragione, molti critici definiscono il Fantastico un'arma di distrazione sociale di massa, ed uno strumento di controllo politico, per evitare che possano convergere nella popolazione sensazioni ed idee di rivoluzione e cambiamento, rispetto ad uno stato delle cose ed un ordine costituito, che non è gradito dalla società. Una sorta di droga ipnotica sociale anti-depressiva per la massa, che alimenta il consenso politico-sociale. Questo palliativo (così definito da P.Kramer e da Jameson) è uno strumento di legittimazione sociale dello status quo, ed è un elemento importante della società giapponese. La serie "Gundam" è la celebrazione di una tecnologia avanzata in una guerra egemonica, mentre i fumetti "Laughing Salesman" veicolano fantasie per comunicare messaggi conservatori.
Nella teoria del fantastico di Todorov (1975) il lettore ha un momento d'esitazione (sospensione d'incredulità) ossia il momento fantastico è un evento impossibile che si realizza a causa di: a)gli eventi impossibili a volte capitano, siamo quindi nel mondo del supernaturale, oppure b)l'evento può essere spiegato come un'allucinazione oppure un trucco.
Il genere fantastico è sempre fondato sulle incertezze, non esiste una razionalizzazione del fantastico, ridimensionandolo ad una visione simile a come noi conosciamo il mondo, perchè semplicemente la dimensione del fantastico non potrà mai essere conosciuta e compresa. Il genere fantasy quindi, è una letteratura della restrizione sociale, che permette di compensare le carenze, ed è una letteratura del desiderio, che ricerca l'assenza e la perdita.
Un'altra definizione del Fantastico fu data nel 1975 da Eric Rabkin è che nella dimensione del fantastico, le regole del mondo offerte al lettore, possono essere violate e contradette dall'autore.
Perchè gli autori decidono di scrivere testi palesemente contraddittori da proporre ai propri lettori?! Perchè come ebbe a dire Hume, il tradizionale realismo non sembrano soddisfare o dare sufficiente senso, alla complessità della realtà del mondo.
Il fantastico nella letteratura giapponese più che essere una occidentalizzazione della modernità, è invece il recupero di miti, miracoli, armonie sociali, stereotipi che hanno dominato il pensiero giapponese nel tempo. Questi miti, partono dal XII°secolo con la restaurazione del governo dell'imperatore. La narrativa giapponese che sia mimetica o fantasy, ha esplorato a lungo tali tematiche, mostrando i lati positivi e negativi della modernità occidentale, in raffronto con gli archetipi nipponici precedenti. Per questa ragione, il grande ruolo del fantastico in Giappone è una letteratura di fuga per la società nipponica, per sfuggire ai lati negativi della società moderna!.
La rappresentazione del reale nella letteratura nipponica, è diversa dalla rappresentazione occidentale. Nella letteratura giapponese, è importante il "shishosetsu" ossia l'esperienza reale e sincera, che niente ha in comune con i costrutti ideologici occidentali del realismo. In occidente, se il "consenso reale sulla realtà implica una realtà verificabile", in Giappone la realtà può anche essere non verificabile, oppure impossibile!.
Esiste quindi un legame nel fantasy nipponico, anche con la satira, oltre al fatto che nel genere fantastico si mescolano una realtà sconosciuta, dove la verità è ambigua ed inconoscibile. Ci sono quindi anche utopie, distopie, romance, il fantasy, tutte etichette di letteratura che nella società giapponese possono essere inglobate, dentro la più grande classe del Fantastico.
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domenica 16 dicembre 2018
Galaxy Express 999 (1977)
Galaxy Express 999 è una serie manga e anime creata da Leiji Matsumoto tra il 1977 ed il 1981. Il manga s'inserisce nello stesso universo narrativo di Capitan Harlock e Queen Emeraldas, con le quali condivide anche alcuni personaggi. Il plot è caratterizzato da un forte pessimismo che pervade tutte le storie, dalla serie sono stati tratti alcuni lungometraggi cinematografici e altre serie televisive.
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mercoledì 12 dicembre 2018
2001 a Space Odissey by A.C.Clarke
Testo originale, integrale, in inglese di "2001 a Space Odissey" di A.C.Clarke
sabato 8 dicembre 2018
Lupin III
Lupin III è una serie di manga incentrati su Arsenio Lupin III, ideato nel 1967 da Monkey Punch, liberamente ispirato al personaggio di Arsène Lupin. Dai fumetti sono stati tratti vari anime, sia trasposizioni televisive che cinematografiche, lungometraggi live-action e un merchandising ispirato ai personaggi della serie a fumetti e alla loro versione animata.
mercoledì 5 dicembre 2018
The problem of space flying, Science Wonder Stories 1929 (parte 3)
Nella terza parte dell'articolo Herman Potočnik alias Herman Noordung, pubblicato postumo su Science Wonder Stories nel settembre 1929 espone
Estratto di Science Wonder Stories Settembre 1929, i problemi del volo spaziale e del motore a reazione, parte 3
Le osservazioni dei pianeti più vicini alla Terra come Mercurio, Venere, Marte, la Luna se osservati dallo spazio con potenti telescopi, sarebbe possibile costruirne dettagliate mappe. Osservando lontane stelle, sarebbe possibile scoprire nuovi eventi siderali che potrebbero essere studiati e potrebbero rivelare l'eventuale destino del Sole e della Terra. Una volta apprese tutte le variabili del volo spaziale, l'ambiente siderale non sarebbe più un ambiente sconosciuto e misterioso e ricco di pericoli, ma un ambiente che potrebbe essere dominato, con viaggi siderali senza alcun rischio!.
Così come composto dallo scienziato Oberth, sarebbe possibile porre in orbita un enorme specchio, con cui concentrare tutta l'energia solare ricevuta e focalizzarla in un punto sulla Terra oppure disperderla nello spazio. Un enorme specchio di 100kmq costerebbe (nel 1929) $750mila dollari ed occorrerebbero 15 anni di lavoro. Oppure sarebbe possibile costruire un enorme specchio composto da moltissimi specchi più piccoli, che dovrebbero essere pilotati da piccoli motori elettrici in modo da ruotarli nella direzione voluta. Sarebbe possibile illuminare di notte come se fossero a giorno porti, città, aeroporti se vi fossero le condizioni atmosferiche favorevoli ossia senza banchi di nuvole. Tale dispositivo però potrebbe anche trasformarsi in una potentissima arma, con cui sarebbe possibile distruggere i depositi di munizioni, armamenti nemici, o bruciare città o carbonizzare truppe in movimento.
Considerando le stelle distanti e lontane anni luce, la più vicina Alfa Centauri dista 4.5 anni luce, una distanza enorme pari a circa 4500 volte il diametro di tutto il sistema solare terrestre. Date le enormi distanze coinvolte, al momento è logico concentrarsi solo sui pianeti del nostro sistema solare: Mercurio, Venere, Luna, Marte e poi quelli più esterni come Giove, Saturno, Urano, Nettuno.
Per viaggiare dalla Terra verso i pianeti del sistema solare, occorrerà sviluppare una serie di orbite concentriche a partire dal pianeta di partenza, per raggiungere con una rotta tangente il pianeta di destinazione, il quale nel frattempo continuerà a seguire la sua naturale rivoluzione attorno al Sole. In alternativa, occorrerà disegnare un'orbita ellittica in diagonale sul sistema solare e centrata sul sole, in modo tale che intersechi il pianeta di arrivo e che poi per rientrare al pianeta d'origine, necessiti di un passaggio vicino al Sole.
Per fare questo, servirà sviluppare un'accelerazione superiore alla forza di gravità terrestre che nello spazio delle immediate vicinanze terrestri causa la possibilità di sostare in orbite a varie livelli d'altitudini. Ovviamente, il razzo dovrà avere al suo interno una sufficiente combustibile per poter effettuare tali manovre nello spazio. Piuttosto che salpare direttamente dalla Terra verso un pianeta del sistema solare, sarebbe sicuramente più facile salpare da una stazione spaziale, la quale potrebbe essere adibita a spazioporto. Il carburante come ossigeno, idrogeno, se protetti dai raggi solari diretti, tali elementi chimici potrebbero essere mantenuti allo stato solido e quindi di facile stoccaggio in modo anche indefinito. Il rifornimento del carburante che sarebbe elaborato sulla Terra sfruttando l'idrogeno dei mari, sarebbe portato nello spazio con un servizio di cabotaggio continuo sulla stazione spaziale, da cui ovvimente salperebbero navi spaziali per l'esplorazione del sistema solare.
Una base spaziale sulla Luna sarebbe auspicabile, esistono sulla Luna giacimenti di ghiaccio ossia acqua da cui decomporre in acqua e poi estrarre per processo elettrolitico idrogeno ed ossigeno, inoltre la bassa gravità permetterebbe anche la manipolazione semplice di grossi carichi. Un secondo punto per salpare verso viaggi spaziali potrebbe essere proprio la Luna, ove sarebbe possibile anche stoccarci molti materiali. Durante il viaggo d'esplorazione, il razzo comunicherebbe costantemente la propria posizione con le onde radio, inoltre sarebbe osservato costantemente con enormi telescopi posti sulla Luna e sulla Stazione Spaziale.
L'atmosfera di Marte sarebbe sicuramente molto rarefatta e potrebbe essere difficile visitare il pianeta, necessitando ovviamente di tute spaziali. Venere è un pianeta che probabilmente ha un'atmosfera molto densa, mentre Mercurio avrà sicuramente temperature molto alte, essendo il più vicino al Sole e quindi un posto difficile da visitare. Mentre per i pianeti più lontani come Giove e Saturno, Urano e Nettuno che sono i più lontani e difficili da osservare, la domanda scientifica è aperta se questi siano pianeti rocciosi oppure solo gassosi. Ed una cosa è certa: anche se fossero rocciosi, sarebbe molto difficile visitarli, a causa dell'enorme massa e quindi dell'alta gravità, che renderebbe difficile sia l'esplorazione che la velocità di fuga dell'astronave!.
Estratto di Science Wonder Stories Settembre 1929, i problemi del volo spaziale e del motore a reazione, parte 3
Le osservazioni dei pianeti più vicini alla Terra come Mercurio, Venere, Marte, la Luna se osservati dallo spazio con potenti telescopi, sarebbe possibile costruirne dettagliate mappe. Osservando lontane stelle, sarebbe possibile scoprire nuovi eventi siderali che potrebbero essere studiati e potrebbero rivelare l'eventuale destino del Sole e della Terra. Una volta apprese tutte le variabili del volo spaziale, l'ambiente siderale non sarebbe più un ambiente sconosciuto e misterioso e ricco di pericoli, ma un ambiente che potrebbe essere dominato, con viaggi siderali senza alcun rischio!.
Così come composto dallo scienziato Oberth, sarebbe possibile porre in orbita un enorme specchio, con cui concentrare tutta l'energia solare ricevuta e focalizzarla in un punto sulla Terra oppure disperderla nello spazio. Un enorme specchio di 100kmq costerebbe (nel 1929) $750mila dollari ed occorrerebbero 15 anni di lavoro. Oppure sarebbe possibile costruire un enorme specchio composto da moltissimi specchi più piccoli, che dovrebbero essere pilotati da piccoli motori elettrici in modo da ruotarli nella direzione voluta. Sarebbe possibile illuminare di notte come se fossero a giorno porti, città, aeroporti se vi fossero le condizioni atmosferiche favorevoli ossia senza banchi di nuvole. Tale dispositivo però potrebbe anche trasformarsi in una potentissima arma, con cui sarebbe possibile distruggere i depositi di munizioni, armamenti nemici, o bruciare città o carbonizzare truppe in movimento.
Considerando le stelle distanti e lontane anni luce, la più vicina Alfa Centauri dista 4.5 anni luce, una distanza enorme pari a circa 4500 volte il diametro di tutto il sistema solare terrestre. Date le enormi distanze coinvolte, al momento è logico concentrarsi solo sui pianeti del nostro sistema solare: Mercurio, Venere, Luna, Marte e poi quelli più esterni come Giove, Saturno, Urano, Nettuno.
Per viaggiare dalla Terra verso i pianeti del sistema solare, occorrerà sviluppare una serie di orbite concentriche a partire dal pianeta di partenza, per raggiungere con una rotta tangente il pianeta di destinazione, il quale nel frattempo continuerà a seguire la sua naturale rivoluzione attorno al Sole. In alternativa, occorrerà disegnare un'orbita ellittica in diagonale sul sistema solare e centrata sul sole, in modo tale che intersechi il pianeta di arrivo e che poi per rientrare al pianeta d'origine, necessiti di un passaggio vicino al Sole.
Per fare questo, servirà sviluppare un'accelerazione superiore alla forza di gravità terrestre che nello spazio delle immediate vicinanze terrestri causa la possibilità di sostare in orbite a varie livelli d'altitudini. Ovviamente, il razzo dovrà avere al suo interno una sufficiente combustibile per poter effettuare tali manovre nello spazio. Piuttosto che salpare direttamente dalla Terra verso un pianeta del sistema solare, sarebbe sicuramente più facile salpare da una stazione spaziale, la quale potrebbe essere adibita a spazioporto. Il carburante come ossigeno, idrogeno, se protetti dai raggi solari diretti, tali elementi chimici potrebbero essere mantenuti allo stato solido e quindi di facile stoccaggio in modo anche indefinito. Il rifornimento del carburante che sarebbe elaborato sulla Terra sfruttando l'idrogeno dei mari, sarebbe portato nello spazio con un servizio di cabotaggio continuo sulla stazione spaziale, da cui ovvimente salperebbero navi spaziali per l'esplorazione del sistema solare.
Una base spaziale sulla Luna sarebbe auspicabile, esistono sulla Luna giacimenti di ghiaccio ossia acqua da cui decomporre in acqua e poi estrarre per processo elettrolitico idrogeno ed ossigeno, inoltre la bassa gravità permetterebbe anche la manipolazione semplice di grossi carichi. Un secondo punto per salpare verso viaggi spaziali potrebbe essere proprio la Luna, ove sarebbe possibile anche stoccarci molti materiali. Durante il viaggo d'esplorazione, il razzo comunicherebbe costantemente la propria posizione con le onde radio, inoltre sarebbe osservato costantemente con enormi telescopi posti sulla Luna e sulla Stazione Spaziale.
L'atmosfera di Marte sarebbe sicuramente molto rarefatta e potrebbe essere difficile visitare il pianeta, necessitando ovviamente di tute spaziali. Venere è un pianeta che probabilmente ha un'atmosfera molto densa, mentre Mercurio avrà sicuramente temperature molto alte, essendo il più vicino al Sole e quindi un posto difficile da visitare. Mentre per i pianeti più lontani come Giove e Saturno, Urano e Nettuno che sono i più lontani e difficili da osservare, la domanda scientifica è aperta se questi siano pianeti rocciosi oppure solo gassosi. Ed una cosa è certa: anche se fossero rocciosi, sarebbe molto difficile visitarli, a causa dell'enorme massa e quindi dell'alta gravità, che renderebbe difficile sia l'esplorazione che la velocità di fuga dell'astronave!.
lunedì 3 dicembre 2018
Guida Galattica per autostoppisti
Guida Galattica per Autostoppisti / PDF / Free Download
Guida Galattica per Autostoppisti / PDF / Free Download
sabato 1 dicembre 2018
Milioni per Difesa (v1.0)
Omaggio Amazing Stories –marzo 1935- al racconto “Millions for Defense” di Miles J.Breuer M.D. assemblando un plot remastering
Risorsa reperibile anche presso altri clouds:
https://issuu.com/65c02/docs/jdab-048
https://en.calameo.com/books/0007819453589d684ddc2
Milioni per Difesa by 65C02 on Scribd
Risorsa reperibile anche presso altri clouds:
https://issuu.com/65c02/docs/jdab-048
https://en.calameo.com/books/0007819453589d684ddc2
mercoledì 28 novembre 2018
Il disco volante (1964)
domenica 25 novembre 2018
Cosmos Science Fiction and Fantasy Magazine (parte I)
Cosmos Science Fiction and Fantasy Magazine fu una rivista di fantascienza; in internet sono disponibili solo pochi numeri in PDF, è quindi una pulp mags facilmente esaminabile, in quanto ci sono solo 8 files da visionare, di cui 2 numeri del 1953, altri 2 numeri del 1954. Entrambi i primi quattro numeri sono del 195x e furono stampati dalla Star Pubblications di 545 Fifth Avenue in New York, ed ebbero per editore L.B. Cole, co-editore Phyillis Farren, produttore George Peltz, stampatore J.A.Kramer.
IMHO entrambi i numeri del 1953 hanno una suggestiva copertina di SciFi a colori, il magazine aveva 132 pagine con un costo di $0.35. Il numero di settembre 1953 era composto da 1 racconto lungo, 2 novelette (alias racconto medio), 4 brevi stories. Il numero di novembre 1953 era poco diverso come format: 1 racconto lungo, 1 racconto medio, 5 racconti corti.
In entrambi i numeri del 1953 era presente un brevissimo editoriale, non era rintracciabile nessuna affissione pubblicitaria di soggetti esterni alla rivista, era però presente almeno un articolo scientifico a carattere divulgativo. All'inizio di ogni racconto era sempre presente un disegno (monocromatico, quasi sempre privo di dettagli e con uno stile artistico assai trascurato) in apertura oppure a corredo d'ogni racconto. L'impaginazione interna del testo di Cosmos SciFi 1953 era composta su due colonne (come in Amazing Stories), i font dei caratteri e le interlinee erano ben spaziate, oggi diremmo a buona visibilità anche per ipovedenti.
Come contenuti sono modesti: varie le RISTAMPE di racconti già pubblicati da tempo su Amazing Stories e/o Wonder Stories. La linea editoriale di Cosmos Science Fiction and Fantasy Magazine sembra simile a quella della rivista britannica Satellite SciFi: le fiabe di fantascienza più lunghe erano banali ristampe, mentre le nouvelettes e le short stories, erano d'autori moderni, con temi della NEW AGE della 1950s.
Marzo 1954: Simpson di Philip Latham, Homecoming di Irving Cox Jr, When the five moons rise di Jack Vance, Survey di John Jakes, Who you callin'a moster? di Tom Beach, Night on horseback di Winston K.Marks, Shadow before di A.Bertram Chandler.
Luglio 1954: Teucan di Paul Anderson, Itko's strong right arm di Gordon Dickson, We are here di Algis Budrys, Geoff the Djinn di Steve Frazee, Of withered apples di Philipp K.Dick, I'll see you tomorrow di Ben Smith, It's magic di Larry M.Harris, See no evil di Charles E.Fritch
Immutato il format della rivista Cosmos nel 1954, in Marzo il costo era ancora di $0.35 per 132 pagine, con 1 racconto lungo, 2 novelettes, 4 storie brevi, un piccolo editoriale, nessuna affissione pubblicitaria e nessun articolo di divulgazione scientifica. Nel Luglio del 1954 la rivista era composta da: 1 racconto lungo, 3 novelettes, 4 racconti brevi. All'inizio di ogni fiaba di fantascienza c'era sempre un piccolo trascurato disegno monocromatico a corredo, era mancante in Luglio 1954 sia l'editoriale, quanto la più misera affissione pubblicitaria di soggetti esterni alla rivista!.
Shadow Before di A.Bertram Chandler.
Più che un racconto di fantascienza è un racconto di parapsicologia con Mrs. Canning una medium esperta di psicometria a bordo di una nave passeggeri, diretta verso Dublino che in mezzo alla nebbia, la strumentazione impazzisce mentre la medium è contattata da un'entità, tramite la scrittura automatica la donna rivelerà che in passato, proprio in quell'area...
Of withered apples di Philipp K.Dick.
Una donna sposata è attirata da suoni provenienti da una collina vicino alla sua casa, la donna decide d'investigare. Trova una casa abbandonata da tempo, immersa in piante ed alberi totalmente secchi, tranne un unico melo prolifica. Dall'albero, all'improvviso cade una mela, la donna la raccoglie e tornando verso casa la donna ne mangia del frutto. Nella notte però la donna, sarà svegliata da strazianti dolori allo stomaco, tanto che alle prime luci dell'alba morirà!. Tutti i suoi familiari, incluso il dottore che era stato chiamato al capezzale della donna, non riusciranno a comprendere le ragioni della misteriosa e fulminea morte!.
IMHO entrambi i numeri del 1953 hanno una suggestiva copertina di SciFi a colori, il magazine aveva 132 pagine con un costo di $0.35. Il numero di settembre 1953 era composto da 1 racconto lungo, 2 novelette (alias racconto medio), 4 brevi stories. Il numero di novembre 1953 era poco diverso come format: 1 racconto lungo, 1 racconto medio, 5 racconti corti.
In entrambi i numeri del 1953 era presente un brevissimo editoriale, non era rintracciabile nessuna affissione pubblicitaria di soggetti esterni alla rivista, era però presente almeno un articolo scientifico a carattere divulgativo. All'inizio di ogni racconto era sempre presente un disegno (monocromatico, quasi sempre privo di dettagli e con uno stile artistico assai trascurato) in apertura oppure a corredo d'ogni racconto. L'impaginazione interna del testo di Cosmos SciFi 1953 era composta su due colonne (come in Amazing Stories), i font dei caratteri e le interlinee erano ben spaziate, oggi diremmo a buona visibilità anche per ipovedenti.
Come contenuti sono modesti: varie le RISTAMPE di racconti già pubblicati da tempo su Amazing Stories e/o Wonder Stories. La linea editoriale di Cosmos Science Fiction and Fantasy Magazine sembra simile a quella della rivista britannica Satellite SciFi: le fiabe di fantascienza più lunghe erano banali ristampe, mentre le nouvelettes e le short stories, erano d'autori moderni, con temi della NEW AGE della 1950s.
Settembre 1953: The troublemakers di Paul Anderson, The Great C di Philip K. Dick, Gateway di A.Bertram Chandler, The Fiends in the Bedroom di Charles E.Fritch, The Curse di Arthur C.Clarke, The Big Tick di Ross Rocklynne.
Novembre 1953: Visitors from nowhere di B.Traven, The Gentleman is an Epwa di Carl Jacobi, Shape Up di Jack Vance, Expatriate di Larry M.Harris, Hot Squat di A.Bertram Chandler, With Intent to Kill di John Jakes, Terran Menace di N.R, Outside in the Sand di Evan Hunters, The Guilty di Alfred Coppel.
In questa breve bloggata, ragionerò in modo sintetico solo dei racconti che mi sono piaciuti di più, ossia di quelli che a mio gusto personale, vale ancora oggi la pena esporne un incipit, oppure commentarli, invitando ovviamente i lettori/passanti del blog, alla lettura in originale dei racconti, che sono gratuitamente scaricabili da http://www.luminist.org/archives/SF/
The Fiends in the Bedroom di Charles E.Fritch
George Horwell (scienziato, laureato in fisica) e sua moglie Anne provenienti dal Massachusetts, si fermano in un motel e noleggiano un comodo bungalow per la notte, il motel è poco distante da una centrale atomica. I coniugi sosteranno nel motel, quando nella notte dalle finestre compariranno strane entità che... Il racconto è un misto tra un horror-SciFi in stile abduction, quanto un possibile racconto mimetico sulle malattie mentali. L'elemento negativo di questa fiaba è che ha un ritmo troppo lento e soporifero, con divagazioni inutili nella prima parte del testo. Se queste parti iniziali fossero state tagliate oppure compresse, avrebbero reso l'intreccio IMHO più appassionante. A parte questa critica formale, la novella è ancora godibile per un lettore del XXI secolo.
The Great C di Philip K. Dick
In un mondo distrutto in un distante futuro, un computer chiamato "la grande C" ha distrutto il mondo (come ha fatto? Era forse parente di Skynet?! Perchè gli impulsi EMP non hanno bruciato il computer?). Ogni anno la tribù degli umani sopravvissuti manda un uomo a porre tre domande: se il computer saprà la risposta l'uomo verrà ucciso ed assorbito dal computer per trarne energia e continuare a funzionare. Se il computer non saprà la risposta (chi è che decide se le risposte sono vere o false e garantisce che la risposta non sia una patacca per mantenere li umani soggiogati?) il computer lascerà libera la tribù degli umani. In questo racconto allucinato, pieno di contraddizioni logiche, si cela però la genesi di SKYNET il computer dotato di I.A. che sarà protagonista della saga Terminator.
Hot Squat di A.Bertram Chandler
Nonostante sia un racconto breve, ha un'introduzione lenta e soporifera. La trama si sviluppa attorno ad una famiglia che compra una casa in campagna ad un ottimo prezzo, il perchè del suo basso prezzo, sarà piuttosto chiaro al lettore!. Non è un racconto horror di fantasmi, perchè la casa nella nebbia non è una casa, le presenze nella casa sono alieni in ricognizione, ripartiranno portandosi dietro anche gli inquilini, forse come campioni terrestri :-)
With Intent to Kill di John Jakes.
Breve racconto tra il surreale e la malattia mentale, dove si mescola una sorta di chiaroveggenza delle cose e non delle persone. I pensieri dell'arma da fuoco nel testo di SciFi, sono stati scritti in corsivo, per staccarsi vistosamente dal resto del testo. Ernie Cole è il protagnista principale del racconto, era in violento e gli piaceva uccidere le persone, ma questa cosa non piaceva alla sua pistola, la quale un giorno decise di fare qualcosa a riguardo...
Marzo 1954: Simpson di Philip Latham, Homecoming di Irving Cox Jr, When the five moons rise di Jack Vance, Survey di John Jakes, Who you callin'a moster? di Tom Beach, Night on horseback di Winston K.Marks, Shadow before di A.Bertram Chandler.
Luglio 1954: Teucan di Paul Anderson, Itko's strong right arm di Gordon Dickson, We are here di Algis Budrys, Geoff the Djinn di Steve Frazee, Of withered apples di Philipp K.Dick, I'll see you tomorrow di Ben Smith, It's magic di Larry M.Harris, See no evil di Charles E.Fritch
Immutato il format della rivista Cosmos nel 1954, in Marzo il costo era ancora di $0.35 per 132 pagine, con 1 racconto lungo, 2 novelettes, 4 storie brevi, un piccolo editoriale, nessuna affissione pubblicitaria e nessun articolo di divulgazione scientifica. Nel Luglio del 1954 la rivista era composta da: 1 racconto lungo, 3 novelettes, 4 racconti brevi. All'inizio di ogni fiaba di fantascienza c'era sempre un piccolo trascurato disegno monocromatico a corredo, era mancante in Luglio 1954 sia l'editoriale, quanto la più misera affissione pubblicitaria di soggetti esterni alla rivista!.
Shadow Before di A.Bertram Chandler.
Più che un racconto di fantascienza è un racconto di parapsicologia con Mrs. Canning una medium esperta di psicometria a bordo di una nave passeggeri, diretta verso Dublino che in mezzo alla nebbia, la strumentazione impazzisce mentre la medium è contattata da un'entità, tramite la scrittura automatica la donna rivelerà che in passato, proprio in quell'area...
Of withered apples di Philipp K.Dick.
Una donna sposata è attirata da suoni provenienti da una collina vicino alla sua casa, la donna decide d'investigare. Trova una casa abbandonata da tempo, immersa in piante ed alberi totalmente secchi, tranne un unico melo prolifica. Dall'albero, all'improvviso cade una mela, la donna la raccoglie e tornando verso casa la donna ne mangia del frutto. Nella notte però la donna, sarà svegliata da strazianti dolori allo stomaco, tanto che alle prime luci dell'alba morirà!. Tutti i suoi familiari, incluso il dottore che era stato chiamato al capezzale della donna, non riusciranno a comprendere le ragioni della misteriosa e fulminea morte!.
giovedì 22 novembre 2018
I caccia spaziali di Star Wars che attaccano la Morte Nera nascono su Satellite Science Fiction nel febbraio 1959
Sulla bella ed intrigante copertina del 1959 di Febbraio di Satellite Science Fiction, è proposta una suggestione che non può essere ignorata da un osservatore del XXI secolo. I caccia dei ribelli in "Star Wars" nascono indiscutibilmente sulla rivista inglese del 1959, incluso l'attacco spettacolare nei canyon della Morte Nera di Star Wars!
La corsa tra le rocce presente nel videogioco "Star Wars - the rebel assault" è l'addestramento propedeutico per la corsa di attacco verso la stazione spaziale imperiale "Morte Nera". Gli stretti passaggi e pericolose pareti verticali metalliche, potrebbero essere benissimo la metafora dei canyon presenti nella suggestiva copertina di Satellite Science Fiction del 1959 con in secondo piano, una luna che potrebbe anche essere la stazione spaziale di F.PRATT in "the onslaught from Rigel" pubblicato molti decenni prima su Amazing Stories/Wonder Stories
La corsa tra le rocce presente nel videogioco "Star Wars - the rebel assault" è l'addestramento propedeutico per la corsa di attacco verso la stazione spaziale imperiale "Morte Nera". Gli stretti passaggi e pericolose pareti verticali metalliche, potrebbero essere benissimo la metafora dei canyon presenti nella suggestiva copertina di Satellite Science Fiction del 1959 con in secondo piano, una luna che potrebbe anche essere la stazione spaziale di F.PRATT in "the onslaught from Rigel" pubblicato molti decenni prima su Amazing Stories/Wonder Stories
lunedì 19 novembre 2018
Satellite Science Fiction 1959
I numeri di Satellite stampati nel 1959 sono 4 e le differenze della rivista rispetto ai numeri precedenti, sono molte e numerose. Non è soltanto la copertina che fu impaginata in modo diverso, anche il contenuto del magazine ebbe a cambiare drasticamente!. Dal format del 1958 composto da 1 racconto lungo + 4 racconti corti, Satellite Science Fiction del 1959 passò ad 1 racconto lungo, 1 racconto di media lunghezza, 5 racconti più corti.
Nell'ultimo numero, compare anche uno spazio dei lettori e qualche annuncio pubblicitario, (tutte cose che in passato, erano stati assenti nel magazine). Nel 1959 il magazine mutò da bimestrale a mensile, riducendo però il numero di pagine a 69 contro le 130 degli anni precedenti, con una contrazione del -46% ed un prezzo invariato a 0.35c
Febbraio 1959: Second Chance di J.F.Bone, the forsaken earthman di William Lindsay Gresham, a statue for father di Isaac Asimov, Abductor minimi digit di Ralph Milne Farley, Mr.Bauer and the atoms di Fritz Leiber, From little acorns di Chad Oliver, the chicken hearted ghost di Dal Stivens.
Marzo 1959: a word of slaves di John Christopher, at your own risk di Stanley Mullen, the Nancy routine di Cordwainer Smith, Cellmate di Theodore Sturgeon, The handler di Ray Bradbury, they live forever di Lloyd Biggle Jr.
Aprile 1959: the Solomon plan di J.T.McIntosh, phychosis from space di Fritz Leiber, the duel of the insecure man di Tom Purdom, the last legend di Algys Budrys, patient 926 di Robert Wicks, Job Offer di Henry Slesar, the marvelous a.merrit di Sam Moskowitz, what our spacemen are doing di Ellery Lanier, a fascinating discovery di Hugo Gernsback.
Maggio 1959: sister planet di Poul Anderson, the woman of the wood di A.Merritt, gubling dow di Gordon R.Dickson, appropriation di Ronert Silverberg, graph di Stanley G.Weinbaum, dawn of flame di Sam Moskowitz, salute to robida di Don Glassman, fear of space di Ellery Lanier.
Una cosa assai pregevole degli editori di Satellite Science Fiction è che recuperarono dal 1959 alcuni racconti di fantascienza (ristampe) che a loro giudizio contenevano buone storie di SciFi, che però erano state dimenticate. Un po' come la missione del blog "Mia Fantascienza" cioè scavare nelle radici di SciFi evidenziando Chi narrò per primo certe tematiche, che poi con il tempo furono copiate, rimaneggiate, remixate, permutate ecc... riducendo il tasso di plot innovativi.
E' difficile però, valutare a posteriori se tale scelta editoriale rispondesse ad esigenze economiche (diritti d'autore scaduti, oppure gratuiti in quanto ad editori defunti o meno costosi) oppure se tale linea editoriale rispecchiasse un genuino interesse per le storiche "Pulp Mags" americane.
In questa bloggata non saranno commentati tutti i racconti delle riviste del 1959, ma saranno sintetizzati solo i racconti che a me sono piaciuti di più.
Abductor Minimi Digit di Ralph Milne Farley. Più che un racconto di fantascienza è un racconto psicotico-horror in prima persona, con il protagnista Charles Deane che alla fine si suicida o viene ucciso dal suo muscolo del dito mignolo del piede?!. E' un gradevole racconto fanta-horror, corto, che trasmette ancora bene a distanza di molti decenni, l'ansia e la fobia psicotica del protagonista.
Mr.Bauer and the atoms di Fritz Leiber. Un breve racconto sul potere della mente sulla materia, che riprende e sviluppa il tema degli eXtra-Men iniziato da H.G.WELLS + A.H.VERRILL presso Amazing Stories, vari decenni prima. Un racconto quasi fantasy che mal si concilia con la copertina razionale di Hard SciFi, con astronavi che sfrecciano in canyon lunari.
The chicken-hearted ghost di Dal Stivens. Un racconto di fantasmi, in particolare di un fantasma che si spaventa da solo perchè ha una mano gialla e fosforescente e chiede aiuto ad un uomo vivente... Un racconto quasi fantasy che mal si concilia con la copertina razionale di Hard SciFi, con astronavi che sfrecciano in canyon lunari.
Cell-mate di Theodore Sturgeon. Un racconto fanta-horror (proveniente da Weird Tales del 1946) che narra il dramma di Mr.Crawley finito in prigione per cose che non ha fatto, perchè...
The Handler di Ray Bradbury. Un altro racconto fanta-horror (proveniente da Weird Tales del 1946) che racconta un altro dramma molto particolare...
Due racconti in ristampa su Satellite Science Fiction provenienti da Weird Tales (non propriamente una rivista di fantascienza ed hard scifi, coerente con le copertine di Satellite SciFi) suggeriscono una letteratura mimetica, spunti fanta-horror per parlare di problemi sociali come malattie mentali, schizofrenia, doppia personalità, isteria ecc... Fatto che farebbe propendere l'idea che le ristampe, fossero motivate da ragioni economiche, più che da un genuino interesse per le Pulp Mags!.
Talking to the stars di Ellery Lanier è un articolo di scienza piuttosto che fantascienza, il pezzo edito dall'astrofisico, pone il problema della ricerca SETI (segnali radio e televisivi alieni) nel 1959 ragionando di tutti i limiti scientifici e tecnici e filosofici, del periodo.
Psycosis from space di Fritz Leiber, un altro racconto di fantascienza classificabile come SciFi NEW AGE, si pone la questione della sanità mentale studiata dal dipartimento di Ricerca di Psicologia e Psichiatria in lotta per la sanità mentale nello spazio, ma i pazienti osservati, non sempre erano così squilibrati come potevano sembrare...
The last legend di Algis Budrys. Breve racconto di fantascienza, il capitano Brett Wilkins ritorna sulla Terra dopo un viaggio interstallere solitario di 200 anni verso una stella vicina, dove però il capitano Wilkins non ha trovato tracce di alieni. L'umanità nel frattempo è cambiata, rispetto alla data di partenza di Wilkins, il quale, non ricorda più adesso, che lui era...
Tutti molto terrestri e poco extraterrestri :-) IMHO i racconti di Satellite SciFi del maggio del 1959, tranne la breve ed interessante riflessione dell'astronomo Ellery Lanier in The fear of space che invito i passanti del blog a recuperare, perchè è lettura interessante anche per un osservatore del XXI secolo.
Nell'ultimo numero, compare anche uno spazio dei lettori e qualche annuncio pubblicitario, (tutte cose che in passato, erano stati assenti nel magazine). Nel 1959 il magazine mutò da bimestrale a mensile, riducendo però il numero di pagine a 69 contro le 130 degli anni precedenti, con una contrazione del -46% ed un prezzo invariato a 0.35c
Febbraio 1959: Second Chance di J.F.Bone, the forsaken earthman di William Lindsay Gresham, a statue for father di Isaac Asimov, Abductor minimi digit di Ralph Milne Farley, Mr.Bauer and the atoms di Fritz Leiber, From little acorns di Chad Oliver, the chicken hearted ghost di Dal Stivens.
Marzo 1959: a word of slaves di John Christopher, at your own risk di Stanley Mullen, the Nancy routine di Cordwainer Smith, Cellmate di Theodore Sturgeon, The handler di Ray Bradbury, they live forever di Lloyd Biggle Jr.
Aprile 1959: the Solomon plan di J.T.McIntosh, phychosis from space di Fritz Leiber, the duel of the insecure man di Tom Purdom, the last legend di Algys Budrys, patient 926 di Robert Wicks, Job Offer di Henry Slesar, the marvelous a.merrit di Sam Moskowitz, what our spacemen are doing di Ellery Lanier, a fascinating discovery di Hugo Gernsback.
Maggio 1959: sister planet di Poul Anderson, the woman of the wood di A.Merritt, gubling dow di Gordon R.Dickson, appropriation di Ronert Silverberg, graph di Stanley G.Weinbaum, dawn of flame di Sam Moskowitz, salute to robida di Don Glassman, fear of space di Ellery Lanier.
Una cosa assai pregevole degli editori di Satellite Science Fiction è che recuperarono dal 1959 alcuni racconti di fantascienza (ristampe) che a loro giudizio contenevano buone storie di SciFi, che però erano state dimenticate. Un po' come la missione del blog "Mia Fantascienza" cioè scavare nelle radici di SciFi evidenziando Chi narrò per primo certe tematiche, che poi con il tempo furono copiate, rimaneggiate, remixate, permutate ecc... riducendo il tasso di plot innovativi.
E' difficile però, valutare a posteriori se tale scelta editoriale rispondesse ad esigenze economiche (diritti d'autore scaduti, oppure gratuiti in quanto ad editori defunti o meno costosi) oppure se tale linea editoriale rispecchiasse un genuino interesse per le storiche "Pulp Mags" americane.
In questa bloggata non saranno commentati tutti i racconti delle riviste del 1959, ma saranno sintetizzati solo i racconti che a me sono piaciuti di più.
Abductor Minimi Digit di Ralph Milne Farley. Più che un racconto di fantascienza è un racconto psicotico-horror in prima persona, con il protagnista Charles Deane che alla fine si suicida o viene ucciso dal suo muscolo del dito mignolo del piede?!. E' un gradevole racconto fanta-horror, corto, che trasmette ancora bene a distanza di molti decenni, l'ansia e la fobia psicotica del protagonista.
Mr.Bauer and the atoms di Fritz Leiber. Un breve racconto sul potere della mente sulla materia, che riprende e sviluppa il tema degli eXtra-Men iniziato da H.G.WELLS + A.H.VERRILL presso Amazing Stories, vari decenni prima. Un racconto quasi fantasy che mal si concilia con la copertina razionale di Hard SciFi, con astronavi che sfrecciano in canyon lunari.
The chicken-hearted ghost di Dal Stivens. Un racconto di fantasmi, in particolare di un fantasma che si spaventa da solo perchè ha una mano gialla e fosforescente e chiede aiuto ad un uomo vivente... Un racconto quasi fantasy che mal si concilia con la copertina razionale di Hard SciFi, con astronavi che sfrecciano in canyon lunari.
Cell-mate di Theodore Sturgeon. Un racconto fanta-horror (proveniente da Weird Tales del 1946) che narra il dramma di Mr.Crawley finito in prigione per cose che non ha fatto, perchè...
The Handler di Ray Bradbury. Un altro racconto fanta-horror (proveniente da Weird Tales del 1946) che racconta un altro dramma molto particolare...
Due racconti in ristampa su Satellite Science Fiction provenienti da Weird Tales (non propriamente una rivista di fantascienza ed hard scifi, coerente con le copertine di Satellite SciFi) suggeriscono una letteratura mimetica, spunti fanta-horror per parlare di problemi sociali come malattie mentali, schizofrenia, doppia personalità, isteria ecc... Fatto che farebbe propendere l'idea che le ristampe, fossero motivate da ragioni economiche, più che da un genuino interesse per le Pulp Mags!.
Talking to the stars di Ellery Lanier è un articolo di scienza piuttosto che fantascienza, il pezzo edito dall'astrofisico, pone il problema della ricerca SETI (segnali radio e televisivi alieni) nel 1959 ragionando di tutti i limiti scientifici e tecnici e filosofici, del periodo.
Psycosis from space di Fritz Leiber, un altro racconto di fantascienza classificabile come SciFi NEW AGE, si pone la questione della sanità mentale studiata dal dipartimento di Ricerca di Psicologia e Psichiatria in lotta per la sanità mentale nello spazio, ma i pazienti osservati, non sempre erano così squilibrati come potevano sembrare...
The last legend di Algis Budrys. Breve racconto di fantascienza, il capitano Brett Wilkins ritorna sulla Terra dopo un viaggio interstallere solitario di 200 anni verso una stella vicina, dove però il capitano Wilkins non ha trovato tracce di alieni. L'umanità nel frattempo è cambiata, rispetto alla data di partenza di Wilkins, il quale, non ricorda più adesso, che lui era...
Tutti molto terrestri e poco extraterrestri :-) IMHO i racconti di Satellite SciFi del maggio del 1959, tranne la breve ed interessante riflessione dell'astronomo Ellery Lanier in The fear of space che invito i passanti del blog a recuperare, perchè è lettura interessante anche per un osservatore del XXI secolo.
venerdì 16 novembre 2018
Satellite Science Fiction 1958
Sono 6 i numeri del bimestrale Satellite Science Fiction stampati nel 1958
Febbraio 1958: mission to a distant star di Frank Belknap Long, the real cool madness di Walt Sheldon, blue monday di Roger Dee, the quiet stranger di Jerome B.Capp, the wife in the flying saucer di Dal Stevens.
Aprile 1958: the strange invasion di Murray Leinster, the reason is with us di James E.Gunn, the last day di Helen Clarkson.
Giugno 1958: the wall of fire di Charles Eric Maine, the tombling day di Ray Bradbury, how I overcome my gravity di Fitz-James O'Brien, collector's item di Marion Zimmer Bradley.
Agosto 1958: the million cities di J.T.Mcintosh, winged visitors di Alois Piringer, the missing pages di H.G.Wells, the invested libido di Margaret St.Clair, Petty Larcey di Lloyd Biggle Jr.
Ottobre 1958: the man with absolute motion di Noel Loomis, pentagram di Arthur Sellings, the body and the brain di Thomas Calver McClary.
Dicembre 1958: the resurrected man di E.C.Tubb, my brother Paulie di Harlan Ellison, Tuesday Here di Charles Einstein, the return di Edward Ronns, glasshead di Stanley Mullen.
In questa bloggata non saranno commentati tutti i racconti delle riviste del 1958, ma saranno sintetizzati brevemente solo i racconti che a me sono piaciuti di più.
Blue monday di Roger Dee. Un simpatico e cortissimo racconto di un poliziotto che alza il gomito in servizio, ed entra in un pub dove poi entrano due fricchettoni (uno alto e magro, l'alto basso e grasso) si dichiarano alieni di Marte e la loro abitudine è di masticare germi. La Terra è una minaccia, tra 9 giorni tutti i terrestri sulla Terra diventeranno blu e moriranno...
The reason is with us, di James E.Gunn. Un classico racconto di fantascienza di viaggi nel tempo, l'unica cosa interessante da rilevare nel plot, è che l'autore spiega nelle poche righe iniziali perchè un viaggiatore temporale arriva nudo e poi riparte nudo. A prescindere dal plot, questo insolito elemento fu ripreso da Hollywood nei film della saga Terminator, da cui s'inferisce che la ragione fanta-tecnologica fu decisa nel 1958 in Aprile su Satellite Science Fiction.
Tuesday here, di Charles Einstein. Un classico di fantascienza, una radio ad onde lunghe in un laboratorio segreto permette di parlare in codice Morse con Marconi, circa un secolo fà... Breve racconto tutto da leggere, dal quale un osservatore del XXI secolo potrebbe supporre anche lo scherzo ben orchestrato del professore al suo assistente!.
Febbraio 1958: mission to a distant star di Frank Belknap Long, the real cool madness di Walt Sheldon, blue monday di Roger Dee, the quiet stranger di Jerome B.Capp, the wife in the flying saucer di Dal Stevens.
Aprile 1958: the strange invasion di Murray Leinster, the reason is with us di James E.Gunn, the last day di Helen Clarkson.
Giugno 1958: the wall of fire di Charles Eric Maine, the tombling day di Ray Bradbury, how I overcome my gravity di Fitz-James O'Brien, collector's item di Marion Zimmer Bradley.
Agosto 1958: the million cities di J.T.Mcintosh, winged visitors di Alois Piringer, the missing pages di H.G.Wells, the invested libido di Margaret St.Clair, Petty Larcey di Lloyd Biggle Jr.
Ottobre 1958: the man with absolute motion di Noel Loomis, pentagram di Arthur Sellings, the body and the brain di Thomas Calver McClary.
Dicembre 1958: the resurrected man di E.C.Tubb, my brother Paulie di Harlan Ellison, Tuesday Here di Charles Einstein, the return di Edward Ronns, glasshead di Stanley Mullen.
In questa bloggata non saranno commentati tutti i racconti delle riviste del 1958, ma saranno sintetizzati brevemente solo i racconti che a me sono piaciuti di più.
Blue monday di Roger Dee. Un simpatico e cortissimo racconto di un poliziotto che alza il gomito in servizio, ed entra in un pub dove poi entrano due fricchettoni (uno alto e magro, l'alto basso e grasso) si dichiarano alieni di Marte e la loro abitudine è di masticare germi. La Terra è una minaccia, tra 9 giorni tutti i terrestri sulla Terra diventeranno blu e moriranno...
The reason is with us, di James E.Gunn. Un classico racconto di fantascienza di viaggi nel tempo, l'unica cosa interessante da rilevare nel plot, è che l'autore spiega nelle poche righe iniziali perchè un viaggiatore temporale arriva nudo e poi riparte nudo. A prescindere dal plot, questo insolito elemento fu ripreso da Hollywood nei film della saga Terminator, da cui s'inferisce che la ragione fanta-tecnologica fu decisa nel 1958 in Aprile su Satellite Science Fiction.
Tuesday here, di Charles Einstein. Un classico di fantascienza, una radio ad onde lunghe in un laboratorio segreto permette di parlare in codice Morse con Marconi, circa un secolo fà... Breve racconto tutto da leggere, dal quale un osservatore del XXI secolo potrebbe supporre anche lo scherzo ben orchestrato del professore al suo assistente!.
martedì 13 novembre 2018
Satellite Science Fiction 1957
I numeri del bimestrale Satellite Science Fiction stampati nel 1957 sono 6 da cui è stato facile inferire il format di Satellite Science Fiction:
Aprile 1957: Operation Square Peg di Irwing W.Lande e Frank Belknap Long, cold war di Arthur C.Clarke, act of creation di Gordon R.Dikson, welcome stranger di Rober Bloch, the wheel di Stephen Barr, the three hours you left me alone di Mann Rubin.
Giugno 1957: badge of infamy di Lester Del Rey, the man who ploughed the sea di Arthur C.Clarke, shadow trouble di Dal Stivens, a woman's heart di Isaac Asimov, Ben's idea di Henry Slesar
Agosto 1957: year of the comet di John Cristopher, cathartic di William Sambrot, some rain di Dal Stivens, Li'l Abner in the time capsule di Al Capp.
Ottobre 1957: rocket to limbo di Alan E.Nourse, the tempter di Robert Bloch, doom over Kareeta di John Christopher, bone of contention di Walt Sheldon.
Dicembre 1957: the languages of Pao di Jack Vance, sole survivor di Basil Wells, forever Stenn di Algis Budrys, the unexpected di Helen McCloy, the world is law di John D.Odom
In questa bloggata non saranno commentati tutti i racconti delle riviste del 1957, ma saranno sintetizzati solo i racconti che a me, sono piaciuti di più.
In genere, tutti i racconti brevi presenti nella rivista sono risultati ragionevolmente gradevoli, in quanto IMHO meno distanti dal gusto di un lettore del XXI secolo, per quanto spesso le fabule siano state tendenzialmente insulse, scarsamente attinenti alla SciFi, purtroppo poco innovative ed originali.
La critica più negativa pesa sui racconti più lunghi che avrebbero dovuto essere "il pezzo forte del magazine". IMHO non sono risultati gradevoli alla lettura: molti li ho interrotti senza raggiungere neanche la metà del plot. Avevano noiosi preamboli, insulsi e prolissi dialoghi, trame lineari, soporifere divagazioni di plot, le fabule erano permutazioni di plot stantii di SciFi. Oltre a questi difetti, c'è da aggiungere una inefficace sospensione d'incredulità, causata da nozioni scientifiche ed astronomiche vetuste, e/o tecnologie obsolete o poco credibili.
Per qualche arcana ragione, la lettura dell'inglese britannico è risultata inaspettatamente faticosa, rispetto al più facile e comprensibile inglese-americano, nelle gradevoli e scorrevoli Pulp Mags made in USA. Questa anomala differenza formale è stata opprimente, costringendomi anche ad usare il dizionario, a differenza di quanto accade nella lettura di Amazing Stories e Wonder Stories, con il vocabolario che rimane sempre a prender polvere sulla libreria!.
Food for the visitor di John Victor Peterson: un cortissimo racconto in cui si associa un test atomico americano nel deserto, con un amichevole UFO. Il misterioso velivolo assiste alla detonazione della bomba H e poi sparisce rapidamente, a parere del soldato che riferisce all'ufficiale di guardia, l'UFO s'era nutrito dell'esplosione atomica!.
The attic voice di Algis Budrys. Un bel racconto di fantascienza, racchiuso in poche pagine con un plot semplice e lineare, sostenuto da un'atmosfera. Dopo la morte del padre, il figlio scopre una strana e misteriosa radio-rice-trasmittente con la quale, instaura un rapporto di amicizia con un alieno, così come aveva fatto anni prima suo padre. L'alieno era in animazione sospesa, si era svegliato e necessitava di cure mediche a causa di lesioni interne. L'astronave era nascosta e non era direttamente raggiungibile dall'alieno, il giovane terrestre aiuterà il misterioso alieno.
Welcome stranger, di Rober Bloch un racconto comico, di una ricognizione aliena concepita come un'infiltrazione, al fine di progettare un'invasione futura della Terra. L'astronave aliena, atterrerà dentro lo zoo di Milwaukee nel Wisconsin. Dopo ironiche interazioni dell'alieno (molto simile agli esseri umani) con gli animali dello zoo, l'alieno interagirà in modo comico con un simpatico americano un po' ubriaco, che era allo zoo a fare un picnic con i suoi figli. Le birre scorreranno a fiumi, l'alieno si sbronzerà, finendo steso su una panchina, dove i figli dell'americano lo spintoneranno per farsi spazio e sedere.L'alieno si spaventerà e scapperà via, riferendo che i terrestri erano violenti e gli alieni, non si sarebbero mai potuti adattare alla vita terrestre. Un simpatico racconto comico, che potrebbe anche essere la proto-genesi di Mork in esplorazione sul pianeta Terra.
Shadow trouble, di Dal Stivens un cortissimo racconto in cui un vecchio australiano ha un'interessante conversazione con la sua ombra.
Ben's idea di Henry Slesar, un cortissimo racconto incentrato tra un'amabile conversazione tra il Benjamin Franklin ed il suo medico Dr.Sheppard. Benjamin Franklin propone l'idea al medico che essendoci infiniti mondi, da qualche parte potrebbe esserci un pianeta identico alla Terra, con le stesse persone che sedute in salotto, discutono della stessa ipotesi. Il breve racconto finisce con un gradevole inversione di punto di vista: la conversazione tra i due, è interrotta da un terzo che accorre in casa di Benjamin Franklin, per avvertirlo che è appena diventato il primo presidente degli USA.
Sole survivor, di Basil Wells un bel racconto ucronico (ma poco plausibile, dato che ignora le radiazioni ed i loro effetti) che narra in tempo reale le azioni, i pensieri di Erin Ward, una bambina di 9 anni che è l'unica sopravvissuta di un'esplosione atomica e si trova sola dalle 9:50AM sino alle 10:10PM quando viene soccorsa dagli zii, sopravvissuti all'esplosione.
The world is law, di John D.Odom. L'astronave Generale Curry comandata dal capitano Carling giunge su Rigel 3 dove trova un'insolita popolazione sche scambia un membro dell'equipaggio per il ritorno del Cristo. Si scoprirà poi che la popolazione locale è composta dai lontani discendenti di un'astronave proveniente dalla Terra, seguendo i comandamenti di una bibbia battista, dove erano evidenziati i passi che un giorno sulle ali di fuoco tornerà Cristo. Un bel racconto ancora piacevole da leggere, anche per un osservatore del XXI secolo.
- Copertine intriganti e suggestive con razzi inutilmente aerodinamici (dato che nello spazio non essendoci aria, non esiste il problema dell'aerodinamicità di un'astronave), stazioni spaziali (già diffuse da tempo da Wonder Stories) oggetti sferici e/o siluriformi che ricordano dirigibili a razzo (come le classiche suggestioni realizzate dagli illustratori di Amazing Stories e Wonder Stories).
- Un racconto di SciFi molto lungo,
- seguito da una manciata di brevi racconti (che talvolta non erano nemmeno di fantascienza!)
- Nessuna presenza di pubblicità su prodotti o servizi, esterni alla rivista.
- Sporadiche immagini in apertura e/o in corredo ai racconti,
- presenza di text trailers su racconti futuri.
- Uno scarno editoriale ed uno spazio sul mercato della Fantascienza nei paesi anglofoni.
- Un magazine senza feedback dai lettori: nessuno spazio per annunci dei lettori, nessuno spazio alle lettere dei lettori, senza notizie scientifiche (oggi diremmo FAQ, debunking e fact checking) il format del magazine rimarrà immutato sino al 1959, ultimo anno di stampa delle rivista, in cui negli ultimi numeri ci fu un cambio di "look" della copertina.
Aprile 1957: Operation Square Peg di Irwing W.Lande e Frank Belknap Long, cold war di Arthur C.Clarke, act of creation di Gordon R.Dikson, welcome stranger di Rober Bloch, the wheel di Stephen Barr, the three hours you left me alone di Mann Rubin.
Giugno 1957: badge of infamy di Lester Del Rey, the man who ploughed the sea di Arthur C.Clarke, shadow trouble di Dal Stivens, a woman's heart di Isaac Asimov, Ben's idea di Henry Slesar
Agosto 1957: year of the comet di John Cristopher, cathartic di William Sambrot, some rain di Dal Stivens, Li'l Abner in the time capsule di Al Capp.
Ottobre 1957: rocket to limbo di Alan E.Nourse, the tempter di Robert Bloch, doom over Kareeta di John Christopher, bone of contention di Walt Sheldon.
Dicembre 1957: the languages of Pao di Jack Vance, sole survivor di Basil Wells, forever Stenn di Algis Budrys, the unexpected di Helen McCloy, the world is law di John D.Odom
In questa bloggata non saranno commentati tutti i racconti delle riviste del 1957, ma saranno sintetizzati solo i racconti che a me, sono piaciuti di più.
In genere, tutti i racconti brevi presenti nella rivista sono risultati ragionevolmente gradevoli, in quanto IMHO meno distanti dal gusto di un lettore del XXI secolo, per quanto spesso le fabule siano state tendenzialmente insulse, scarsamente attinenti alla SciFi, purtroppo poco innovative ed originali.
La critica più negativa pesa sui racconti più lunghi che avrebbero dovuto essere "il pezzo forte del magazine". IMHO non sono risultati gradevoli alla lettura: molti li ho interrotti senza raggiungere neanche la metà del plot. Avevano noiosi preamboli, insulsi e prolissi dialoghi, trame lineari, soporifere divagazioni di plot, le fabule erano permutazioni di plot stantii di SciFi. Oltre a questi difetti, c'è da aggiungere una inefficace sospensione d'incredulità, causata da nozioni scientifiche ed astronomiche vetuste, e/o tecnologie obsolete o poco credibili.
Per qualche arcana ragione, la lettura dell'inglese britannico è risultata inaspettatamente faticosa, rispetto al più facile e comprensibile inglese-americano, nelle gradevoli e scorrevoli Pulp Mags made in USA. Questa anomala differenza formale è stata opprimente, costringendomi anche ad usare il dizionario, a differenza di quanto accade nella lettura di Amazing Stories e Wonder Stories, con il vocabolario che rimane sempre a prender polvere sulla libreria!.
Food for the visitor di John Victor Peterson: un cortissimo racconto in cui si associa un test atomico americano nel deserto, con un amichevole UFO. Il misterioso velivolo assiste alla detonazione della bomba H e poi sparisce rapidamente, a parere del soldato che riferisce all'ufficiale di guardia, l'UFO s'era nutrito dell'esplosione atomica!.
The attic voice di Algis Budrys. Un bel racconto di fantascienza, racchiuso in poche pagine con un plot semplice e lineare, sostenuto da un'atmosfera. Dopo la morte del padre, il figlio scopre una strana e misteriosa radio-rice-trasmittente con la quale, instaura un rapporto di amicizia con un alieno, così come aveva fatto anni prima suo padre. L'alieno era in animazione sospesa, si era svegliato e necessitava di cure mediche a causa di lesioni interne. L'astronave era nascosta e non era direttamente raggiungibile dall'alieno, il giovane terrestre aiuterà il misterioso alieno.
Welcome stranger, di Rober Bloch un racconto comico, di una ricognizione aliena concepita come un'infiltrazione, al fine di progettare un'invasione futura della Terra. L'astronave aliena, atterrerà dentro lo zoo di Milwaukee nel Wisconsin. Dopo ironiche interazioni dell'alieno (molto simile agli esseri umani) con gli animali dello zoo, l'alieno interagirà in modo comico con un simpatico americano un po' ubriaco, che era allo zoo a fare un picnic con i suoi figli. Le birre scorreranno a fiumi, l'alieno si sbronzerà, finendo steso su una panchina, dove i figli dell'americano lo spintoneranno per farsi spazio e sedere.L'alieno si spaventerà e scapperà via, riferendo che i terrestri erano violenti e gli alieni, non si sarebbero mai potuti adattare alla vita terrestre. Un simpatico racconto comico, che potrebbe anche essere la proto-genesi di Mork in esplorazione sul pianeta Terra.
Shadow trouble, di Dal Stivens un cortissimo racconto in cui un vecchio australiano ha un'interessante conversazione con la sua ombra.
Ben's idea di Henry Slesar, un cortissimo racconto incentrato tra un'amabile conversazione tra il Benjamin Franklin ed il suo medico Dr.Sheppard. Benjamin Franklin propone l'idea al medico che essendoci infiniti mondi, da qualche parte potrebbe esserci un pianeta identico alla Terra, con le stesse persone che sedute in salotto, discutono della stessa ipotesi. Il breve racconto finisce con un gradevole inversione di punto di vista: la conversazione tra i due, è interrotta da un terzo che accorre in casa di Benjamin Franklin, per avvertirlo che è appena diventato il primo presidente degli USA.
Sole survivor, di Basil Wells un bel racconto ucronico (ma poco plausibile, dato che ignora le radiazioni ed i loro effetti) che narra in tempo reale le azioni, i pensieri di Erin Ward, una bambina di 9 anni che è l'unica sopravvissuta di un'esplosione atomica e si trova sola dalle 9:50AM sino alle 10:10PM quando viene soccorsa dagli zii, sopravvissuti all'esplosione.
The world is law, di John D.Odom. L'astronave Generale Curry comandata dal capitano Carling giunge su Rigel 3 dove trova un'insolita popolazione sche scambia un membro dell'equipaggio per il ritorno del Cristo. Si scoprirà poi che la popolazione locale è composta dai lontani discendenti di un'astronave proveniente dalla Terra, seguendo i comandamenti di una bibbia battista, dove erano evidenziati i passi che un giorno sulle ali di fuoco tornerà Cristo. Un bel racconto ancora piacevole da leggere, anche per un osservatore del XXI secolo.
sabato 10 novembre 2018
Satellite Science Fiction 1956
Sono rintracciabili presso http://www.luminist.org/archives/SF/ un piccolo numero di magazine di SciFi, inerenti la testata "Satellite Science Fiction". Questa fu ideata dalla società editoriale Renown Publishers nell'ottobre 1956 ma sfortunatamente, il magazine chiuse dopo solo 4 anni, nel 1959. Considerato il basso numero di magazines, è possibile effettuare una rapida analisi puntuale di tutte le riviste.
I numeri di Satellite stampati nel 1956 sono solo 2 e nel semestrale, il format della rivista fu composto da 6 racconti di fantascienza, con autori "griffati": Isac Asimov, Arthur C.Clarke, Philip E.Dick, Dal Stevens, Craig Rice, Gordon R.Dickson, L.Sprague de Camp. Nella rivista non erano presenti pubblicità d'inserzionisti, nessun disegno a corredo dei racconti, l'impaginazione era posta per due colonne, con fonts grandi, ampia spazzatura delle interlinee.
I racconti principali erano assai lunghi (più lunghi di quanto Amazing Stories e Wonder Stories avesse mai proposto ai propri lettori) con fabule non innovative. Degni di nota invece, sono i piccoli racconti di contorno alla rivista, che sono gradevoli da leggersi anche per un lettore del XXI secolo, per quanto non propongano fabule d'eccezionale valore innovativo.
Ottobre 1956
The man from the earth, di Algis Budrys.
Un lunghissimo racconto (già pubblicato da Amazing Stories anni prima, che fu spezzato in due puntate, dato che constava di 83 pagine) composto dal plot remix di una delle millantanovemila varianti di Guerra dei mondi di H.G.Wells. Alieni Vilk gironzolano per lo spazio e minacciavano la Terra sovrappopolata del 2197. Le navi aliene salpavano dal distante Plutone, sarà il fuggitivo Allen Sibley imprigionato sulla Terra, a togliere le castagne dal fuoco per l'umanità. Sibley scappando dalla prigione terrestre, si rifugerà su Plutone, ignaro dell'esistenza della base aliena, da cui poi Sibley riuscirà a rubare gli antichi segreti alieni. Un insulso racconto di fantascienza, il cui unico merito è quello d'accennare in due righe, dell'esistenza di una sovrappopolazione terrestre nel XXII secolo: ossia con un secolo di ritardo, rispetto ai problemi del XXI secolo, che incombono nei reali drammi di climate fiction.
The watery place, di Isaac Asimov.
Il 14 aprile del 1956 nello sperduto paesino di Twin Gulch, lo sceriffo Bart Cameron non sopporta gli stranieri specie se sono italiani. Atterra una nave spaziale, da cui escono due esseri umani: questi parlano in modo strano e dichiarano di provenire dall'acquoso pianeta Venere, inoltre vorrebbero parlare con il presidente degli USA. Lo sceriffo gli tratterà in malo modo, cacciandoli via, in quanto Bart Cameron aveva capito che erano italiani provenienti da Venezia :-)
Pay for the printer, di Philip K.Dick.
In un futuro post apocalittico devastato dalla guerra, l'umanità dipende da una specie aliena nota come Biltongs, in possesso della capacità di replicare gli oggetti in modo identico, sebbene le copie durino solo per un breve periodo. Quando i Biltong diventano vecchi e decrepiti, gli umani sono costretti a riscoprire l'abilità di fabbricare e costruire.
The iconoclastic koala, di Dal Stevens.
Più che un racconto di fantascienza, è una favola per bambini in stile Disney, avente come protagonista un furbo e sagace koala, il quale stufo di starsene rinchiuso in uno zoo, decide di mordere tutti, fino a quando non sarà rimesso in libertà, tornando nella sua foresta australiana.
Pubblicity campaign, di Arthur C.Clarke.
Un breve e simpatico racconto di fantascienza, dove il principe alieno insettoide Zervashini e la sua flotta aliena in missione per contattare gli esseri umani, finisce per pagare tutte le seghe mentali umane sugli alieni ostili, tanto da indurlo da considerare i terrestri un popolo di matti, non degni di essere contattati.
The egg, di L.Sprague De Camp.
Un simpatico racconto, che è sicuramente la protogenesi dell'uovo di Mork & Mindy!
Dicembre 1956
A glass of darkness, di Philip H.Dick.
E' la prima versione dell'opera che sarà ampliata e rimaneggiata e pubblicata nel 1957 con il titolo "The Cosmic Puppets" ossia "la città sostituita". E' un racconto surreale, onirico, privo di ogni legame con la hard scifi oppure la scifi di lunghissimo periodo, praticamente il racconto è un ibrido tra un fantasy ed un racconto spiritico di Weird Tales.
Poor hungry people, di Frank Bryning
Un gradevole racconto con un'inversione del punto di vista: due archeologi alieni, discutono animatamente sul significato delle rovine umane, ritrovate sul pianeta terra, la popolazione estinta per una guerra atomica. Quale è il significato di quelle lettere Bank Treasury?! Cosa volevano conservare di tanto importante gli esseri della Terra, tanto da far sopravvivere il misterioso contenuto ad un'estinzione di massa?! La civiltà terrestre era estinta, ma poi davvero sapeva il perchè ha combattuto sino ad estinguersi?!
Four-Billion dollar door, di Michael Shaara
Un racconto comico, che per un osservatore del XXI secolo ha qualcosa di semi-profetico!. Il racconto profetizzò nel 1956 (ossia 13 anni prima che l'Apollo 11 atterrasse sulla Luna) dei problemi per gli astronauti ad aprire il portellone e scendere sul suolo lunare!. La cosa si verificò davvero nella missione Apollo 11 del 1969, ma per fortuna non fu così tragicomica, come l'autore ebbe ad immaginare 13 anni prima!
The man in the iron altogether, di Dal Stivens.
un racconto simpatico, che non ha assolutamente niente a che vedere con la fantascienza e non si capisce, perchè sia stato impaginato in una rivista di SciFi.
Next of kin, di Algis Budrys.
Una misteriosa scatola tecnologica e due fratelli che se la contendono, perchè... ;-)
The reluctant orchid, di Arthur C.Clarke
Un'orchidea ha una relazione di affetto con la vecchia zia di Hercules Keating che coltiva piante. Hercules KEating s'accorge che l'orchidea è carnivora, quindi organizzerà un piano per uccidere la propria zia, sperando d'ereditarne le fortune; il suo piano otterrà un risultato opposto ed inatteso... ;-)
The green building, di Gordon R.Dickson
Una sorta di Area_51 inglese, racchiusa in un edificio verde, dove si costruiscono bombe atomiche e... ;-)
I numeri di Satellite stampati nel 1956 sono solo 2 e nel semestrale, il format della rivista fu composto da 6 racconti di fantascienza, con autori "griffati": Isac Asimov, Arthur C.Clarke, Philip E.Dick, Dal Stevens, Craig Rice, Gordon R.Dickson, L.Sprague de Camp. Nella rivista non erano presenti pubblicità d'inserzionisti, nessun disegno a corredo dei racconti, l'impaginazione era posta per due colonne, con fonts grandi, ampia spazzatura delle interlinee.
I racconti principali erano assai lunghi (più lunghi di quanto Amazing Stories e Wonder Stories avesse mai proposto ai propri lettori) con fabule non innovative. Degni di nota invece, sono i piccoli racconti di contorno alla rivista, che sono gradevoli da leggersi anche per un lettore del XXI secolo, per quanto non propongano fabule d'eccezionale valore innovativo.
Ottobre 1956
The man from the earth, di Algis Budrys.
Un lunghissimo racconto (già pubblicato da Amazing Stories anni prima, che fu spezzato in due puntate, dato che constava di 83 pagine) composto dal plot remix di una delle millantanovemila varianti di Guerra dei mondi di H.G.Wells. Alieni Vilk gironzolano per lo spazio e minacciavano la Terra sovrappopolata del 2197. Le navi aliene salpavano dal distante Plutone, sarà il fuggitivo Allen Sibley imprigionato sulla Terra, a togliere le castagne dal fuoco per l'umanità. Sibley scappando dalla prigione terrestre, si rifugerà su Plutone, ignaro dell'esistenza della base aliena, da cui poi Sibley riuscirà a rubare gli antichi segreti alieni. Un insulso racconto di fantascienza, il cui unico merito è quello d'accennare in due righe, dell'esistenza di una sovrappopolazione terrestre nel XXII secolo: ossia con un secolo di ritardo, rispetto ai problemi del XXI secolo, che incombono nei reali drammi di climate fiction.
The watery place, di Isaac Asimov.
Il 14 aprile del 1956 nello sperduto paesino di Twin Gulch, lo sceriffo Bart Cameron non sopporta gli stranieri specie se sono italiani. Atterra una nave spaziale, da cui escono due esseri umani: questi parlano in modo strano e dichiarano di provenire dall'acquoso pianeta Venere, inoltre vorrebbero parlare con il presidente degli USA. Lo sceriffo gli tratterà in malo modo, cacciandoli via, in quanto Bart Cameron aveva capito che erano italiani provenienti da Venezia :-)
Pay for the printer, di Philip K.Dick.
In un futuro post apocalittico devastato dalla guerra, l'umanità dipende da una specie aliena nota come Biltongs, in possesso della capacità di replicare gli oggetti in modo identico, sebbene le copie durino solo per un breve periodo. Quando i Biltong diventano vecchi e decrepiti, gli umani sono costretti a riscoprire l'abilità di fabbricare e costruire.
The iconoclastic koala, di Dal Stevens.
Più che un racconto di fantascienza, è una favola per bambini in stile Disney, avente come protagonista un furbo e sagace koala, il quale stufo di starsene rinchiuso in uno zoo, decide di mordere tutti, fino a quando non sarà rimesso in libertà, tornando nella sua foresta australiana.
Pubblicity campaign, di Arthur C.Clarke.
Un breve e simpatico racconto di fantascienza, dove il principe alieno insettoide Zervashini e la sua flotta aliena in missione per contattare gli esseri umani, finisce per pagare tutte le seghe mentali umane sugli alieni ostili, tanto da indurlo da considerare i terrestri un popolo di matti, non degni di essere contattati.
The egg, di L.Sprague De Camp.
Un simpatico racconto, che è sicuramente la protogenesi dell'uovo di Mork & Mindy!
Dicembre 1956
A glass of darkness, di Philip H.Dick.
E' la prima versione dell'opera che sarà ampliata e rimaneggiata e pubblicata nel 1957 con il titolo "The Cosmic Puppets" ossia "la città sostituita". E' un racconto surreale, onirico, privo di ogni legame con la hard scifi oppure la scifi di lunghissimo periodo, praticamente il racconto è un ibrido tra un fantasy ed un racconto spiritico di Weird Tales.
Poor hungry people, di Frank Bryning
Un gradevole racconto con un'inversione del punto di vista: due archeologi alieni, discutono animatamente sul significato delle rovine umane, ritrovate sul pianeta terra, la popolazione estinta per una guerra atomica. Quale è il significato di quelle lettere Bank Treasury?! Cosa volevano conservare di tanto importante gli esseri della Terra, tanto da far sopravvivere il misterioso contenuto ad un'estinzione di massa?! La civiltà terrestre era estinta, ma poi davvero sapeva il perchè ha combattuto sino ad estinguersi?!
Four-Billion dollar door, di Michael Shaara
Un racconto comico, che per un osservatore del XXI secolo ha qualcosa di semi-profetico!. Il racconto profetizzò nel 1956 (ossia 13 anni prima che l'Apollo 11 atterrasse sulla Luna) dei problemi per gli astronauti ad aprire il portellone e scendere sul suolo lunare!. La cosa si verificò davvero nella missione Apollo 11 del 1969, ma per fortuna non fu così tragicomica, come l'autore ebbe ad immaginare 13 anni prima!
The man in the iron altogether, di Dal Stivens.
un racconto simpatico, che non ha assolutamente niente a che vedere con la fantascienza e non si capisce, perchè sia stato impaginato in una rivista di SciFi.
Next of kin, di Algis Budrys.
Una misteriosa scatola tecnologica e due fratelli che se la contendono, perchè... ;-)
The reluctant orchid, di Arthur C.Clarke
Un'orchidea ha una relazione di affetto con la vecchia zia di Hercules Keating che coltiva piante. Hercules KEating s'accorge che l'orchidea è carnivora, quindi organizzerà un piano per uccidere la propria zia, sperando d'ereditarne le fortune; il suo piano otterrà un risultato opposto ed inatteso... ;-)
The green building, di Gordon R.Dickson
Una sorta di Area_51 inglese, racchiusa in un edificio verde, dove si costruiscono bombe atomiche e... ;-)
mercoledì 7 novembre 2018
Tales of Tomorrow - the search for the Flying Saucers (1951) è episodio pilota di The Invaders (1967)
- Gli effetti speciali in "Tales of Tomorrow" sono primitivi ed assai scadenti, ma lo shape delle Flying saucer riprende avvistamenti anomali nella storia dell'ufologia classica, approssimandone forme e luminescenze di UFO genuine.
- La puntata di "Tales of tomorrow - the search for the Flying Saucers" (1951) potrebbe essere IMHO davvero l'episodio pilota di "The Invaders" (una serie di fantascienza del 1967) dato che, l'iconografia fisica aliena nei due telefilm, è identica a quella umana. In entrambi i casi i plot sono retti da un'invasione aliena silenziosa.
Vikor - Un uomo dei telefoni della Vikor Enterprises vede un uomo brillare e bruciare dentro ad un tubo di vetro (tale procedura era necessaria agli alieni in modo regolare, per mantenere la forma umana). Prima che il tecnico dei telefoni sia silenziato, la sua storia filtra sui giornali e David Vincent parte per investigare. Egli scopre che il presidente della società ha fatto un patto con gli invasori: in cambio di massive camere di rigenerazione il presidente della compagnia e sua mgolie, saranno esseri liberi e non schiavi degli alieni, quando verrà il nuovo ordine. La moglie dell'uomo rifiuta il patto stretto dal marito ed aiuta David Vincent ad ingannare il capo degli alieni (Nexus) che il presidente della società è in realtà un uomo dei servizi segreti americani. Gli invasori uccideranno il presidente della società e poi scompariranno nell'ombra
domenica 4 novembre 2018
The problem of space flying, Science Wonder Stories 1929 (parte 2)
Sulla rivista Science Wonder Stories fu pubblicato in TRE parti in Luglio 1929, poi in Agosto e Settembre, un lungo articolo di notevole valore scientifico, a scopo divulgativo per i lettori, circa i problemi tecnologici del volo spaziale. Nella prima parte dell'articolo scritto capitano Herman Potočnik alias Herman Noordung (tradotto in inglese dal sig. Francis M. Currier), s'esponeva il principio newtoniano su cui si basa il motore a razzo.
L'autore supponeva (giustamente) che il futuro dell'aeronautica sarebbe andato verso lo sviluppo di motori a razzo/a reazione, capaci di volare più rapidamente garantendo una maggiore quota, rispetto agli aerei ad elica/motori a pistoni.
Nella seconda parte dell'articolo Herman Potočnik alias Herman Noordung, che fu pubblicato postumo su Science Wonder Stories nell'agosto 1929 espose i progetti di un'astronave spaziale, il cui "habitat di forma circolare" se posto in rotazione, avrebbe permesso lo sfruttamento della forza centrifuga, come surrogato per creare una gravità artificiale!. Questo perchè si supponeva che l'assenza di gravità nel lungo periodo, avrebbe cagionato seri danni biologici e gravi danni alla salute degli astronauti.
Estratto di Science Wonder Stories Agosto 1929, i problemi del volo spaziale e del motore a reazione, parte 2
S'immaginava un'astronave (o laboratorio spaziale) di forma circolare con tre aree: l'area soggetta a gravità artificiale in locali per l'equipaggio, collocati lungo la circonferenza dell'astronave, per sfruttare la forza centrifuga. Luoghi a bassa gravità posti sopra il vano equipaggi, infine aree prive di gravità (nei pressi del centro della struttura circolare della casa rotante). Nell'area destinata ad uso dell'equipaggio, s'immaginava di creare bagni, cucine, camere da letto, sale da pranzo, laboratori, lavanderie ecc... con alto comfort dotati di acqua calda e fredda. La forza centrifuga è infatti proporzionale alla distanza tra il centro ed il raggio, quanto più si è distanti dal centro di rotazione tanto più elevata è l'accelerazione angolare. Mentre tanto più si è nei pressi del centro di rotazione, tanto più la forza centrifuga è minima e virtualmente nulla. Per ottenere una forza centrifuga pari ai 9.8m/sec^2 servirebbe una rotazione completa in 8 secondi di un'oggetto toroidale di 30 metri di diametro.
Un'altra forma geometrica immaginata per creare ambienti spaziali era il cilindro, con inscritto un altro cilindro, il quale avrebbe dovuto ruotare, creando così un ambiente a bassa gravità artificiale (come una lavatrice). Gli Airlock, quanto tutti i sistemi elettrici avrebbero dovuto essere posti nei pressi del centro di rotazione, evitando scontri tra ingranaggi.
Il colore esterno esposto al sole della stazione avrebbe dovuto essere nero, per accumulare calore e riscaldare l'aria interna della stazione spaziale/astronave che poi avrebbe circolato internamente per convezione. Mentre tutte le altre parti del laboratorio spaziale avrebbero dovuto essere riflettenti come specchi, per evitare il surriscaldamento.
La forma dell'astronave e/o di una stazione spaziale sarebbe stata quella di una serie di piatti circolari, incastonati uno sopra l'altro, che avrebbero dovuto essere in perenne rotazione.
Il motore sarebbe stato solare, del liquido circolante nei tubi esterni si sarebbe scaldato irraggiato dal sole ed avrebbe prodotto energia elettrica, la quale sarebbe stata immagazzinata in batterie, il freddo spaziale della zona non irraggiata dal sole avrebbe condensato il vapore, riportandolo allo stato liquido, pronto per riattivare il ciclo. In alternativa, degli specchi solari (il tetto del laboratorio rotante) avrebbero dirottato i raggi verso il centro, riscaldando acqua e creando vapore ed elettricità da immagazzinare in batterie. Quindi la differenza di temperatura esterna, avrebbe raffreddato l'acqua riportandola allo stato liquido. Ovviamente all'epoca s'ignorava che le temperature esposte al sole fossero proibitive sopra i +400°C e che le parti non irraggiate dal sole sarebbero state vicine ai -270°C con sbalzi termici proibitivi da 600 gradi, tali da fiaccare la resistenza di molti materiali, se questi non fossero stati posti in una rotazione continua per evitare che da una parte la stazione spaziale surgelasse mentre dall'altra parte scoppiasse un incendio!.
Essendo a ciclo chiuso, i liquidi avrebbero dovuto essere purificati, sfruttando i vani a gravità artificiale.
Le onde radio avrebbero permesso le comunicazioni radio.
Particolarmente interessante il paragrafo come avrebbe dovuto essere una tuta spaziale: calda, confortevole, sicura, capace di permetterne il movimento, un luogo in cui l'astronauta sarebbe stato protetto dal freddo e dal caldo estremo e dall'assenza letale di pressione ed aria. Il problema più grosso sarebbe stato evitare che l'astronauta bruciasse, per questo la tuta spaziale avrebbe dovuto essere "mirror like" in modo da disperdere la maggioranza dei raggi solari. La tuta doveva essere termo-riscaldata per portare calore e drenare calore raffreddando, oltre ad essere dotata di un'adeguata riserva d'aria ed ossigeno. Inoltre la tuta spaziale avrebbe dovuto essere dotata di radio e video ricetrasmittenti, equipaggiamenti basati sulle onde radio. Un microfono ed un telefono incapsulati nel casco, per comunicare in modo naturale, oltre ad un apparato d'emergenza per contattare aiuto e dare la propria posizione in automatico in caso d'emergenza. Indispensabili degli occhiali molto scuri, per proteggersi dai vividi raggi solari che avrebbero danneggiato gli occhi degli astronauti. Sarebbe stato utile anche un piccolo razzo portatile, capace di rilasciare qualsiasi sorta di gas ad alta pressione, per potersi spostare nello spazio per brevi distanze.
La parte finale del trattato, discute della dinamica dei mezzi spaziali atti a raggiungere dalla Terra, il laboratorio spaziale che avrebbe dovuto sostare a 36000 km sopra la Terra, in un orbita geostazionaria!.
Il mezzo sarebbe stato un razzo, con un vano chiuso e protetto in cui mettere piloti e passeggeri. Il mezzo avrebbe dovuto essere capace di sviluppare un'accelerazione di almeno 30 metri al secondo, per lasciare la terra, causando anche un forte malore ai passeggeri a causa della sensazione d'aumento del proprio peso. Per questa ragione tutti avrebbero dovuto stare sdraiati e nessuno avrebbe potuto restare in piedi durante il lancio. Dopo un certo periodo di tempo, la sensazione di peso sarebbe scomparsa, ed ogni cosa sarebbe stata a gravità zero in assenza di peso.
In fase di rientro dell'astronave, ci sarebbe stato tantissimo calore da disperdere con il rischio per l'astronave di essere sciolta e bruciata, a causa della frizione crescente con l'atmosfera e l'alta velocità del mezzo, che sarebbe stata di almeno 12 volte la velocità di una pallottola!. Il grande calore e la crescente sensazione di crescita del proprio peso, avrebbe coinvolto l'equipaggio durante il rientro balistico in atmosfera. Il mezzo passata l'area turbolenta, avrebbe dovuto avere le ali oppure il paracadute, per ultimare il rientro.
Scopi per costruire un laboratorio nello spazio: poter effettuare esperimenti chimici e fisici in bassa o nulla gravità, raggiungere facilmente in esperimenti temperature allo zero assoluto di -272°C e testare il grado di deperimento della salute umana in assenza di gravità. Installare un laboratorio d'osservazione astronomica per studiare fenomeni misteriosi in atmosfera, anche come le luci del nord.
Costruire enormi telescopi d'immensa dimensione che nello spazio fluttuerebbero senza peso, e che ci permetterebbero di scrutare il cosmo, osservandolo dal di fuori dell'atmosfera terrestre, evitandone le sue distorsioni e rumori, per studiare al meglio galassie e pianeti e stelle lontane.
Studiare in orbita la superficie della Terra, le popolazioni lontane ed i terreni e le risorse naturali, con un nuovo punto di vista. Sviluppare la cartografia e la telefotografia elaborando mappe della Terra molto dettagliate. Studiare la Siberia, i poli, l'Antartide, il Tibet, il centro Africa. Allertare in tempo le navi sulla presenza di iceberg fluttuanti, tempeste, rottami galleggianti pericolosi e fare ottime previsioni meteorologiche!.
Oltre all'ambito militare, effettuando ricognizioni satellitari con cui scrutare i movimenti delle truppe militari.
Tutto quanto, fu scritto su Science Wonder Stories nell'agosto del 1929 ossia VENTOTTO anni prima che l'URSS mettesse in orbita lo Sputnik, QUARANTA ANNI PRIMA che l'uomo andasse sulla Luna, SESSANTUNO anni prima che il telescopio Hubble fosse messo in orbita!.
L'autore supponeva (giustamente) che il futuro dell'aeronautica sarebbe andato verso lo sviluppo di motori a razzo/a reazione, capaci di volare più rapidamente garantendo una maggiore quota, rispetto agli aerei ad elica/motori a pistoni.
Nella seconda parte dell'articolo Herman Potočnik alias Herman Noordung, che fu pubblicato postumo su Science Wonder Stories nell'agosto 1929 espose i progetti di un'astronave spaziale, il cui "habitat di forma circolare" se posto in rotazione, avrebbe permesso lo sfruttamento della forza centrifuga, come surrogato per creare una gravità artificiale!. Questo perchè si supponeva che l'assenza di gravità nel lungo periodo, avrebbe cagionato seri danni biologici e gravi danni alla salute degli astronauti.
Estratto di Science Wonder Stories Agosto 1929, i problemi del volo spaziale e del motore a reazione, parte 2
S'immaginava un'astronave (o laboratorio spaziale) di forma circolare con tre aree: l'area soggetta a gravità artificiale in locali per l'equipaggio, collocati lungo la circonferenza dell'astronave, per sfruttare la forza centrifuga. Luoghi a bassa gravità posti sopra il vano equipaggi, infine aree prive di gravità (nei pressi del centro della struttura circolare della casa rotante). Nell'area destinata ad uso dell'equipaggio, s'immaginava di creare bagni, cucine, camere da letto, sale da pranzo, laboratori, lavanderie ecc... con alto comfort dotati di acqua calda e fredda. La forza centrifuga è infatti proporzionale alla distanza tra il centro ed il raggio, quanto più si è distanti dal centro di rotazione tanto più elevata è l'accelerazione angolare. Mentre tanto più si è nei pressi del centro di rotazione, tanto più la forza centrifuga è minima e virtualmente nulla. Per ottenere una forza centrifuga pari ai 9.8m/sec^2 servirebbe una rotazione completa in 8 secondi di un'oggetto toroidale di 30 metri di diametro.
Un'altra forma geometrica immaginata per creare ambienti spaziali era il cilindro, con inscritto un altro cilindro, il quale avrebbe dovuto ruotare, creando così un ambiente a bassa gravità artificiale (come una lavatrice). Gli Airlock, quanto tutti i sistemi elettrici avrebbero dovuto essere posti nei pressi del centro di rotazione, evitando scontri tra ingranaggi.
Il colore esterno esposto al sole della stazione avrebbe dovuto essere nero, per accumulare calore e riscaldare l'aria interna della stazione spaziale/astronave che poi avrebbe circolato internamente per convezione. Mentre tutte le altre parti del laboratorio spaziale avrebbero dovuto essere riflettenti come specchi, per evitare il surriscaldamento.
La forma dell'astronave e/o di una stazione spaziale sarebbe stata quella di una serie di piatti circolari, incastonati uno sopra l'altro, che avrebbero dovuto essere in perenne rotazione.
Il motore sarebbe stato solare, del liquido circolante nei tubi esterni si sarebbe scaldato irraggiato dal sole ed avrebbe prodotto energia elettrica, la quale sarebbe stata immagazzinata in batterie, il freddo spaziale della zona non irraggiata dal sole avrebbe condensato il vapore, riportandolo allo stato liquido, pronto per riattivare il ciclo. In alternativa, degli specchi solari (il tetto del laboratorio rotante) avrebbero dirottato i raggi verso il centro, riscaldando acqua e creando vapore ed elettricità da immagazzinare in batterie. Quindi la differenza di temperatura esterna, avrebbe raffreddato l'acqua riportandola allo stato liquido. Ovviamente all'epoca s'ignorava che le temperature esposte al sole fossero proibitive sopra i +400°C e che le parti non irraggiate dal sole sarebbero state vicine ai -270°C con sbalzi termici proibitivi da 600 gradi, tali da fiaccare la resistenza di molti materiali, se questi non fossero stati posti in una rotazione continua per evitare che da una parte la stazione spaziale surgelasse mentre dall'altra parte scoppiasse un incendio!.
Essendo a ciclo chiuso, i liquidi avrebbero dovuto essere purificati, sfruttando i vani a gravità artificiale.
Le onde radio avrebbero permesso le comunicazioni radio.
Particolarmente interessante il paragrafo come avrebbe dovuto essere una tuta spaziale: calda, confortevole, sicura, capace di permetterne il movimento, un luogo in cui l'astronauta sarebbe stato protetto dal freddo e dal caldo estremo e dall'assenza letale di pressione ed aria. Il problema più grosso sarebbe stato evitare che l'astronauta bruciasse, per questo la tuta spaziale avrebbe dovuto essere "mirror like" in modo da disperdere la maggioranza dei raggi solari. La tuta doveva essere termo-riscaldata per portare calore e drenare calore raffreddando, oltre ad essere dotata di un'adeguata riserva d'aria ed ossigeno. Inoltre la tuta spaziale avrebbe dovuto essere dotata di radio e video ricetrasmittenti, equipaggiamenti basati sulle onde radio. Un microfono ed un telefono incapsulati nel casco, per comunicare in modo naturale, oltre ad un apparato d'emergenza per contattare aiuto e dare la propria posizione in automatico in caso d'emergenza. Indispensabili degli occhiali molto scuri, per proteggersi dai vividi raggi solari che avrebbero danneggiato gli occhi degli astronauti. Sarebbe stato utile anche un piccolo razzo portatile, capace di rilasciare qualsiasi sorta di gas ad alta pressione, per potersi spostare nello spazio per brevi distanze.
La parte finale del trattato, discute della dinamica dei mezzi spaziali atti a raggiungere dalla Terra, il laboratorio spaziale che avrebbe dovuto sostare a 36000 km sopra la Terra, in un orbita geostazionaria!.
Il mezzo sarebbe stato un razzo, con un vano chiuso e protetto in cui mettere piloti e passeggeri. Il mezzo avrebbe dovuto essere capace di sviluppare un'accelerazione di almeno 30 metri al secondo, per lasciare la terra, causando anche un forte malore ai passeggeri a causa della sensazione d'aumento del proprio peso. Per questa ragione tutti avrebbero dovuto stare sdraiati e nessuno avrebbe potuto restare in piedi durante il lancio. Dopo un certo periodo di tempo, la sensazione di peso sarebbe scomparsa, ed ogni cosa sarebbe stata a gravità zero in assenza di peso.
In fase di rientro dell'astronave, ci sarebbe stato tantissimo calore da disperdere con il rischio per l'astronave di essere sciolta e bruciata, a causa della frizione crescente con l'atmosfera e l'alta velocità del mezzo, che sarebbe stata di almeno 12 volte la velocità di una pallottola!. Il grande calore e la crescente sensazione di crescita del proprio peso, avrebbe coinvolto l'equipaggio durante il rientro balistico in atmosfera. Il mezzo passata l'area turbolenta, avrebbe dovuto avere le ali oppure il paracadute, per ultimare il rientro.
Scopi per costruire un laboratorio nello spazio: poter effettuare esperimenti chimici e fisici in bassa o nulla gravità, raggiungere facilmente in esperimenti temperature allo zero assoluto di -272°C e testare il grado di deperimento della salute umana in assenza di gravità. Installare un laboratorio d'osservazione astronomica per studiare fenomeni misteriosi in atmosfera, anche come le luci del nord.
Costruire enormi telescopi d'immensa dimensione che nello spazio fluttuerebbero senza peso, e che ci permetterebbero di scrutare il cosmo, osservandolo dal di fuori dell'atmosfera terrestre, evitandone le sue distorsioni e rumori, per studiare al meglio galassie e pianeti e stelle lontane.
Studiare in orbita la superficie della Terra, le popolazioni lontane ed i terreni e le risorse naturali, con un nuovo punto di vista. Sviluppare la cartografia e la telefotografia elaborando mappe della Terra molto dettagliate. Studiare la Siberia, i poli, l'Antartide, il Tibet, il centro Africa. Allertare in tempo le navi sulla presenza di iceberg fluttuanti, tempeste, rottami galleggianti pericolosi e fare ottime previsioni meteorologiche!.
Oltre all'ambito militare, effettuando ricognizioni satellitari con cui scrutare i movimenti delle truppe militari.
Tutto quanto, fu scritto su Science Wonder Stories nell'agosto del 1929 ossia VENTOTTO anni prima che l'URSS mettesse in orbita lo Sputnik, QUARANTA ANNI PRIMA che l'uomo andasse sulla Luna, SESSANTUNO anni prima che il telescopio Hubble fosse messo in orbita!.
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